Riff come frustate: Steve Vai conquista il Vittoriale
Boati dall’iperspazio, incubi erotici e seduzioni elettriche. Corde abusate, plettri martoriati, pick up fatti ululare. Licantropia heavy metal per un messaggero ultraterreno della sei corde.
Steve Vai al Vittoriale - per il festival «Tener-a-mente» - è l’apoteosi del tecnicismo con l’anima. Musica per iniziati, colma di riferimenti che portano al nirvana della distorsione, sublimato da riff che somigliano a frustate. E il pubblico gradisce l'esibizione straripante: un successo, senza dubbio.
In tour per celebrare i 25 anni di «Passion and Warfare», Vai conquista il centro del palco e saggia la tenuta di un anfiteatro gremito con «Bad horsie», mentre sul maxischermo scorrono le immagini di «Mississippi Adventure», film nel quale il musicista «paisà» interpretava un chitarrista dall’abilità demoniaca, ottenuta dopo un mefistofelico patto stretto a chissà quale incrocio del sud degli Stati Uniti.
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