Renato Zero: «Senza Irene Fargo il mondo è più vuoto e triste»
«Cara Irene, so che sei andata via. Il mondo è più vuoto e triste adesso. Ma dove andrai ci sarà sole sempre. Tante anime immacolate come la tua che ti accoglieranno. Tu da lì potrai vederci e magari alleviarci il dolore della tua assenza. Io ti penserò e farò in modo che la mia musica ti arrivi e ti tenga compagnia! Arrivederci tesoro». Così Renato Zero, da sempre amico dell’artista scomparsa, ha commentato su Facebook la morte di Irene Fargo, raccogliendo decine di migliaia di like.
L'addio a Chiari
E ieri sono state innumerevoli le attestazioni di cordoglio, affetto, stima per l’artista nata a Palazzolo 59 anni fa e cresciuta a Chiari, al secolo Flavia Pozzaglio. La notizia del decesso era stata data nella tarda serata di venerdì dalla produttrice Giovanna Nocetti. La cantante si è spenta a Brescia, dopo una malattia, e la salma è stata trasferita a Chiari, nella Casa del commiato Mombelli di via Rudiano 29/a. I funerali si terranno domani, lunedì, alle 15.15 nel Duomo di Chiari consacrato ai Santi Faustino e Giovita, in piazza Zanardelli. Dopo le esequie, Flavia verrà accompagnata al Tempio Crematorio. L’artista lascia la mamma Francesca, le figlie Eleonora e Isabella e il fratello Flavio.
Una vita con la musica
Nella musica aveva mosso i primi passi già da bambina, spinta dai maestri che avevano visto in lei un precoce talento, che l’aveva portata a soli 11 anni ad essere la più giovane voce del Coro Polifonico clarense. L’altra sera l’Amministrazione cittadina era stata tra le prime voci a salutare sui social la cantante. E ieri per Irene Fargo, che aveva fan in tutta Italia, sono arrivati commoventi messaggi. «Delicatezza», «anima buona», «voce d’angelo» sono solo alcune delle definizioni con le quali gli estimatori e molti colleghi hanno voluto ricordarla, mentre tutti i media nazionali rilanciavano la notizia della morte. Una sottolineatura particolare è arrivata dalla città del Vesuvio, dove in molti hanno ricordato la passione di Irene per la musica partenopea, confluita nel 1995 nell’album «’O core ’e Napule».
I messaggi dall'estero
Non sono mancate condoglianze da altri Paesi: alcuni singoli, infatti, erano stati pubblicati anche all’estero, in particolare in Spagna e in Belgio, mentre celebre era diventata nel 2011 una sua interpretazione al Teatro Bol’šoj di Mosca. Aldilà delle attestazioni verbali, comunque, ad essere viste e condivise sui social sono state soprattutto le registrazioni delle canzoni «La donna di Ibsen» (1991) e «Come una Turandot» (1992), che fecero ottenere alla Fargo un doppio secondo posto a Sanremo nella sezione Nuove proposte. Irene Fargo amava i musical e il teatro, a cui si era spesso dedicata nel corso della sua carriera. Ma il suo impegno andava oltre l’arte, come quando aveva aiutato l’associazione Cuore di Donna nel progetto «Ricordati di te» o come quando era stata testimonial di una importante campagna nazionale contro la violenza contro le donne: un tema che le stava molto a cuore anche per ragioni personali. Nel suo album «Il cuore fa», del 2016, era contenuta la canzone «Libellula», scritta dal fratello Flavio, che affrontava in modo delicato anche il tema della pedofilia.
Nella «sua» città
Nonostante la notorietà a livello nazionale, Flavia non disdegnava le presenze nella «sua» Chiari (ad esempio nel coro Vox Nova). Veniva spesso invitata agli eventi culturali, in cui cantava con piacere, così come alla casa di riposo «Fausto Sabeo», dove si recava con regolarità per allietare attraverso la sua voce la vita quotidiana degli ospiti della Rsa.
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