Rap, polemiche e spintoni: 18 anni dopo, i Sottotono a Sanremo
Era finita a spintoni. Adesso tornano. A Sanremo 2019 in qualità di ospiti del duo Nino D’Angelo-Livio Cori, ecco i Sottotono. Diciotto anni dopo «quella volta».
Inquadriamo la situazione. Si fa un gran parlare di trap. Che, di fatto, è un sottogenere o una derivazione del rap. E in questo 69° Festival di Sanremo partecipa uno dei principali esponenti della corrente ch’è diventata un vero e proprio (nonché controverso) movimento: Achille Lauro.
I fatti tragici di Corinaldo legati a Sfera Ebbasta - in negativo - ed il boom di artisti come Ghali e Dark Polo Gang, e di tanti altri come Capo Plaza, Ernia e Tedua, hanno reso la trap «il» fenomeno musicale del biennio 2018-2019.
In questo clima, ecco il clamoroso ritorno di uno dei progetti rap migliori in Italia tra gli Anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio. Non ci sono stati soltanto gli Articolo 31 e Jovanotti, prima dell’infornata di Club Dogo, Marracash e Fabri Fibra. C’erano pure loro, i Sottotono. Un duo formato dal dj e producer Big Fish, da Galliate, e dal cantante Tormento, reggino: quattro dischi e un buon successo mainstream tra il 1994 ed il 2001. Già, il 2001, l’anno del patatrac.
I Sottotono partecipano al Festival con il brano «Mezze verità». È una canzone bella, ma nel testo ci sono espressioni all’epoca ritenute «da censura» (un paio di «figli di p...»). La produzione chiede al duo di cambiare le parole. Fish e Tormento si rifiutano, e decidono direttamente di omettere la parolaccia, senza sostituirla. C’è tensione. Ci si mette Striscia la Notizia, che intercetta delle notevoli somiglianze tra «Mezze verità» e «Bye Bye Bye» della boy band americana NSYNC.
Gli inviati del tg satirico arrivano all’Ariston, vogliono consegnare ai Sottotono il tapiro. Il duo rap non la prende affatto bene. Finisce male. Finisce (almeno) a spintoni. Nell’ultima esibizione i Sottotono salgono sul palco tra i fischi e qualche applauso. La canzone si classifica quattordicesima. Ma quattordicesima è anche la posizione che il singolo ottiene nella classifica italiana. Niente male per un progetto rap, all’epoca. «Mezze verità» è, insomma, uno dei loro successi discografici. Ma dopo il Festival la band si scioglie.
Tormento diventa protagonista di una carriera solista più lontana dai riflettori del mainstream. Big Fish, in qualità di produttore, si trasforma invece nell’uomo nell’ombra di progetti importanti. C’è lui, ad esempio, alle spalle dell’ascesa di Fabri Fibra.
E sempre Big Fish ha prodotto «Un’altra luce», brano con cui Nino D’Angelo e Livio Cori (un rapper) si presentano quest’anno in gara.
Ritorno, reunion e forse qualche nuovo progetto insieme, risarcimento (?) nell’anno del rap e della trap. C’è anche questo nel 69° Sanremo.
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