Cultura

Quelle foto vintage che strappano una lacrimuccia e molti like

Gabriele Chiesa ha pubblicato su Facebook, con successo, un album di foto sulle ragazze bresciane degli anni 70 e 80 e uno su piazza Mercato
  • Scatti bresciani tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80
    Scatti bresciani tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80
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  • Scatti bresciani tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80
    Scatti bresciani tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80
AA

Il padre prendeva la telecamera e filmava qualsiasi cosa attirasse il suo sguardo. «Vedi - diceva al figlio - questa cosa tra trent’anni non ci sarà più». E documentava e collezionava, e al suo bambino che stava diventando ragazzo mostrò una sera le stampe a colori della Ferrania, folgorandolo.

«Ho iniziato a fotografare a dodici anni, quando ci trasferimmo da Vercelli a Brescia. Vedendo quelle immagini portate a casa da mio padre rimasi meravigliato, la fotografia è magia».

Come dargli torto. Gabriele Chiesa, oggi sessantacinquenne, è al centro di un piccolo, ma significativo, caso su Facebook con un album pubblicato domenica di scatti realizzati una quarantina di anni fa, a partire dall’agosto del 1976 fino ai primi anni Ottanta, in cui viene raccontata la moda delle ragazze dell’epoca in centro a Brescia.

Scorci perduti della città, il clima sospeso tipico dell’estate, la giovinezza, la curiosità del chi e del come eravamo: le immagini hanno tutto ciò che serve per catturare l’attenzione e strappare una lacrima sincera. Alcune sono meno riuscite, altre sono sfocate, in diversi casi sono proprio belle: non conta il singolo ritratto rubato per strada con una biottica 6x6, comunque, ma la collezione. 

L’album ha racimolato centinaia di like e condivisioni ed è facile immaginare che l’ondata di consensi proseguirà. Sempre su fb, il fotografo ha pubblicato ieri un lavoro sulle bancarelle di piazza Mercato: successo rapido e analogo. C'è il gioco a riconoscere e a riconoscersi nelle foto, a indovinare l'anno esatto in cui sono state scattate in base alle pubblicità, oltre a numerosi complimenti e inviti a realizzare una mostra con quelle immagini.

«Il banale quotidiano non ci colpisce - racconta Chiesa -, mentre anni dopo vedi come tutto sia cambiato e ti accorgi del suo valore. Ho superato la pigrizia e mi sono messo a cercare nel mio archivio, c'è altro materiale interessante da pubblicare più avanti». 

Dal padre ha preso i geni dell’archivista, che raccoglie e conserva. Scattava fotografie non per catturare il presente, ma per raccontare il passato. Collezionista di apparecchiature fotografiche, Chiesa ha scritto anche due libri: «Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia» e «Come vedo l’immagine». È anche fondatore del Gruppo Ricerca Immagine, curatore della Fondazione Negri e animatore di Phototrace.  

«Non mi faccio problemi sul copyright. Sono contento del fatto che le mie foto vengano condivise online, gli originali comunque sono miei e non possono essere copiati». 

Ora Chiesa è in pensione e può dedicarsi a tempo pieno all’amore di una vita, sfruttando piattaforme nuove, come Facebook, per dare sfogo a bisogni antichi: raccontare e farlo con le immagini, da cui siamo bombardati, ma di cui non ce n’è mai abbastanza. Ed è impossibile far senza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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