Cultura

Quel tavolo ottagonale che è un prezioso capolavoro barocco

I 16 pezzi della collezione in commesso e intarsio in pietre dure sono visibili in un unico percorso nella Casa Museo di Cellatica
Il Salone dell’Ottagono, dominato dal prezioso tavolo - Fondazione Paolo e Carolina Zani
Il Salone dell’Ottagono, dominato dal prezioso tavolo - Fondazione Paolo e Carolina Zani
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Era l’estate del 2005 quando Paolo Zani riuscì a riportare in Italia dopo 208 anni un capolavoro assoluto dell’intarsio di pietre dure, quel Tavolo con piano ottagonale in commesso marmoreo, opera tra le più alte prodotte fra la fine del Sei e l’inizio del Settecento nella Galleria dei Lavori di Firenze. L’opera emigrò quasi certamente in Inghilterra entro la fine del XVIII secolo, dove, dalla collezione fiorentina del nobiluomo Adriano Benotti, passò in quella della famiglia inglese Byng. Ed è proprio nell’inventario dei beni di Wentworth House (al n. 5 di St James a Londra) che il tavolo viene registrato nel 1847, nel centro della Large Drawing Room, alla morte di George Byng (1764-1847). L’opera è poi documentata in una residenza dei Byng ancora nel 2001, quando appare nel film «Gosford Park» di Robert Altman.

Dopo il rientro in Italia, il tavolo è stato collocato nel grande salone centrale di Villa Zani, oggi Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani, certamente il luogo di maggiore densità artistica e teatrale dell’intero percorso museale. Accanto a dipinti di Guardi, Tiepolo, Marieschi, Boucher, arredi veneziani, francesi e lacche orientali, il tavolo occupa il posto d’onore (...) e cattura immediatamente l’attenzione di ogni visitatore, per la qualità assoluta del manufatto, per lo splendore dei materiali preziosi e per la ricchezza dell’apparato iconografico che lo trasforma contemporaneamente in erbario e bestiario barocchi.

L’eccezionalità dell’opera, sia per la forma ottagonale, sia per le qualità tecnica ed artistica, l’ha trasformato in un oggetto iconico, un vero e proprio unicum nella produzione fiorentina barocca, tanto da essere richiesto, subito dopo il rientro in Italia, per un’esposizione a Firenze e a New York.

Il Tavolo ottagonale nel mezzo del grande salone centrale di Villa Zani - Fondazione Paolo e Carolina Zani
Il Tavolo ottagonale nel mezzo del grande salone centrale di Villa Zani - Fondazione Paolo e Carolina Zani

La collezione

Un’analisi del corpus artistico raccolto da Paolo Zani tra il 1987 e il 2018 mette in evidenza una vera e propria predilezione del collezionista per piani e formelle in mosaico di marmi e pietre preziose, appesi alle pareti come grandi quadri o incastonati tra marmi moderni, trattati come materiali di recupero ai quali dare una nuova identità.

Sono ben 16 gli esemplari che possiamo oggi ammirare lungo il percorso espositivo della Casa Museo, realizzati tra Roma e Firenze dalla seconda metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento. Uno straordinario corpus che documenta in modo eccellente l’evoluzione della tecnica e dell’iconografia del commesso e dell’intarsio di pietre dure: dal tema geometrico e dei paesini tra XVI e XVII secolo, ai fiori e animali tra XVII e XVIII secolo, fino alla natura morta di vasi all’antica alla fine del XVIII secolo.

Tavolo con piano ottagonale in commesso marmoreo - Fondazione Paolo e Carolina Zani
Tavolo con piano ottagonale in commesso marmoreo - Fondazione Paolo e Carolina Zani

Oltrepassato l’ingresso della Casa Museo, all’interno della sala intitolata a Canaletto, si è accolti da un Piano ottagonale di tavolo con motivi geometrici di manifattura romana della fine del XVI secolo, già in una collezione privata di Norfolk, acquistato da Paolo Zani nel 2007. Realizzato su disegno di Giovanni Vincenzo Casale (Firenze 1539-Coimbra, Portogallo 1593), il tavolo presenta una rarissima forma ottagonale.

Gruppo di tre formelle con «paesini» - Fondazione Paolo e Carolina Zani
Gruppo di tre formelle con «paesini» - Fondazione Paolo e Carolina Zani

Nel passaggio verso la sala da pranzo (...) un Gruppo di tre formelle con «paesini», vedute in commesso di pietre dure di manifattura fiorentina del XVII secolo, acquistate da Zani nel 2018. Probabilmente destinati ad adornare piccoli scrigni o ante di stipi (cabinet) o secretaire, questo tipo di oggetti era spesso ideato anche per i visitatori del Grand Tour che li acquistavano per serbare memoria dei luoghi visitati in Italia.

La piscina interna della Casa Museo Zani - Fondazione Paolo e Carolina Zani
La piscina interna della Casa Museo Zani - Fondazione Paolo e Carolina Zani

Il tema geometrico ritorna ad essere protagonista negli esemplari di tavoli fiorentini e romani che fanno bella mostra nella piscina interna della Casa Museo Zani (Impluvium), destinata dal collezionista ad accogliere il corpus delle pietre, dei vasi in porfido e dei bronzi. Qua, spiccano due piani prodotti tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, e, soprattutto, uno degli esempi di intarsio più alti della collezione e dell’intera produzione romana della fine del XVI secolo: il Piano a intarsio di marmi e pietre policrome, opera di notevoli dimensioni con pietre di rara preziosità, dai lapislazzuli di Persia al semesanto e all’alabastro fiorito, coralli, nero d’Aquitania, diaspro, broccatello di Spagna che compongono i raffinati contrasti cromatici del commesso.

Tra Firenze e Napoli

Nel salone dell’Ottagono (...) si scorge in un angolo un altro commesso di pietre dure fiorentine, piccolo ma prezioso, un Tavolino da centro raffigurante un piano di tavolo circolare con vasi all’antica, fiori e lucerna. L’opera rientra tra quelle realizzate a Firenze a partire dal 1780.

Piano di tavolo con «vasi all’antica», Galleria dei Lavori, Firenze, fine XVIII secolo - Fondazione Paolo e Carolina Zani
Piano di tavolo con «vasi all’antica», Galleria dei Lavori, Firenze, fine XVIII secolo - Fondazione Paolo e Carolina Zani

Nello stesso salone, ma di tutt’altro impatto, si trova il grande e scenografico Tavolo basso da centro con piano a commesso marmoreo e di pietre dure di produzione napoletana del XVIII secolo. Infine, nel bagno quattro originali formelle del XIX secolo a commesso di pietre dure, incastonate con il gusto del recupero archeologico.

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