Quel braccio-proboscide che parla della persona digitale
Al Teatro Grande mercoledì sera due coreografie di cui il pubblico ha potuto godere da vicinissimo, nella Sala Palcoscenico Borsoni.
Si è partiti con «And the colored girls say: doo da doo da doo da doo» di Elisabetta Consonni. Una coreografia estremamente metaforica, ha immerso il pubblico in un’atmosfera un po’ retrò dalla quale hanno preso le mosse i tre danzatori, Elisabetta Consonni stessa, Masako Matsushita e Daniele Pennati.
Di tenore differente, invece, «To be banned from Rome» di Annamaria Ajmone e Alberto Ricca (Bienoise): sul palco un amplificatore, qualche mucchietto di stracci e un lungo braccio di stoffa attaccato al corpo della danzatrice (la stessa Ajmone) hanno parlato della persona digitale e del nuovo modo di comunicare.
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