Porte d’oro per l’accoglienza nelle installazioni di De Gara
L’accoglienza riluce, e rilucono la vicinanza, l’aiuto, la compassione, l’apertura. Risplende, insomma, ciò che di buono riusciamo a fare nei confronti degli altri, ma sono tempi così, in cui serve ribadirlo e non basta nemmeno, perché è un attimo e ci si ritrova etichettati tra i buonisti, uno dei massimi insulti attuali, mentre il menefreghismo con toni da Ventennio trionfa. O almeno sembra, ma non è detto che sia così ed è proprio questo che il progetto artistico di Giovanni De Gara vuole dirci: c’è ancora dell’umanità.
Lo fa da mesi con «Eldorato», lavoro itinerante che dal 4 maggio sarà a Brescia, con cinque installazioni su chiese e altri luoghi pubblici riletti con le coperte termiche dorate applicate sulle porte d’ingresso e sulle facciate. «Queste coperte sono un simbolo universale dell’aiuto nei confronti di chi ha bisogno, vengono usate nel primo soccorso in ogni situazione, dagli alpinisti alle persone coinvolte in incidenti - spiega De Gara, classe 1977, natali fiorentini -. Ora sono collegate ai migranti perché si parla solo di quello. Non è un problema, ma preferisco associarle all’accoglienza in generale, straniero o italiano non fa differenza».
Già, però, come canta Dario Brunori, alla fine parliamo sempre di Salvini ed è impossibile sfuggire all’argomento, come dimostra pure l’esperienza di De Gara. «Nel giugno 2018 avevo proposto l’installazione all’abate della basilica di San Miniato al Monte, a Firenze, perché credo che la Chiesa debba aprire le porte agli emarginati di qualsiasi tipo. Poi, con la chiusura dei porti della scorsa estate, il progetto ha assunto un carattere diverso».
Credente, praticante non costante, De Gara era alla ricerca di una rete di personalità del mondo cattolico che si riconoscessero in questo principio di apertura. «Ho inviato un centinaio di mail, mi hanno risposto in due - racconta -. All’inizio non è stato facile, ma dopo i primi lavori Eldorato ha iniziato a circolare e ho ricevuto diversi inviti grazie ad alcuni ambasciatori, chiamiamoli così, che si sono occupati di parlare con i rappresentanti delle Diocesi e delle istituzioni nelle città».
De Gara è arrivato in posti come Pistoia, Lampedusa, Palermo, Bologna e Venezia. Ora tocca a Brescia: le basiliche scelte sono la chiesa di Santa Maria in Silva e quella Evangelica Valdese più una terza in centro città. Ci saranno anche installazioni a Carme, il vivace contenitore culturale di via delle Battaglie 61. Sono proprio i curatori dello spazio ad averlo invitato, lavorando per fare sì che la scia luminosa di Eldorato contagiasse anche la nostra città. «Voglio mostrare che c’è un’altra parte, che c’è chi crede in qualcosa di diverso, non posso accettare l’immagine di Salvini con il Vangelo in mano - prosegue De Gara - . Se un tempo si raffigurava Dio con la foglia d’oro, ora lo vedo in questo foglio d’oro».
Le reazioni del pubblico? «Dipende dall’appartenenza politica, purtroppo ci si schiera come in un derby di calcio e si tralascia l’opera in sé». Se poi davvero ci sia una posta in palio per il vincitore è una questione che preferiamo lasciare aperta, adesso.
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