Pooh, l'ultimo concerto dall'Unipol Arena alla Multisala Oz
Una storia durata 50 anni. Finita là dove era iniziata, a Bologna. Certo, al primo concerto dei Pooh, non c’era la folla che nella serata di ieri ha gremito l’Unipol Arena per il grande saluto finale al gruppo nato nel 1966 e ora sul palco per l’ultima volta.
Diecimila presenze per dare l’addio artistico al quintetto – ieri nella formazione Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli (ritornato nelle fila della band dopo 40 anni di storia solista) senza contare quanti, dalle sale cinematografiche di tutta Italia (Multisala Oz di Brescia inclusa) hanno seguito per la prima volta un concerto in diretta via satellite.
Un concerto che sembra più una raccolta di greatest hits in formato live che un’esibizione: una cinquantina – tanti quanti gli anni di attività artistica – i brani proposti: da Piccola Katy a Pensiero, da Chi fermerà la musica a Pierre.
Ma non sono mancati i momenti toccanti, poi ripercorsi anche sui social. Come un dettaglio di certo non sfuggito ai fan più accaniti. Sul piano di Roby Facchinetti un cappello appartenuto a Valerio Negrini, autore di molti dei testi dei Pooh, che il quintetto ha voluto sentire vicino con questo piccolo omaggio.
In visibilio i fan, che da poco meno di 24 ore continuano ad inondare la pagine dei social network dei loro beniamini di post. Tra esultanza e malinconia, tristezza e gratitudine. Come un ultimo grande applauso, mentre il sipario si chiude per sempre.
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