Cultura

Pooh: grande band, anche in versione sinfonica

Al Palabancodibrescia il gruppo, sulla scena da quasi 50 anni, manda in delirio fans di ogni età
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Cinquant’anni di carriera e non sentirli. I Pooh, in scena giovedì sera al Palabancodibrescia quasi esaurito, non conoscono il significato del termine «fine» e terminano il tour dell’«Opera Seconda» in attesa «della grande pausa che precederà, nel 2016, una grande sorpresa», come annunciato dal gruppo durante il concerto.

Intanto il pubblico bresciano si è goduto uno spettacolo di quasi tre ore ben eseguito dal terzetto (ormai Stefano D’Orazio, sostituito alla batteria da Phil Mer, è solo un ricordo), accompagnato da Danilo Bello alle tastiere e dalla Symphony Orchestra, ben diretta dal Maestro Giacomo Lopriero, sciolto e in scarpe da ginnastica.

Canzoni di ogni età, a partire dagli anni ’70, compresa una certa «È bello rivederti» che, nel 1978, era posizionata nel lato B del 45 giri «Linda», e ieri rispolverata con classe.

Il pubblico bresciano canta con entusiasmo ogni brano in scaletta, dimostrando una fede quasi unica per l’intramontabile band. «Parsifal», nella sua versione integrale regala ancora brividi come ai vecchi tempi e poi via via la carrellata di successi con i fans scatenati quanto i protagonisti sul palco. «Piccola Ketty» ormai è diventata nonna, eppure nessuno ferma più la musica dei Pooh. Che ringraziano e staccano la spina. Ma non per molto.

 

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