Cultura

«Piano Reporter», il concerto dell'8 giugno raccontato da Silvia Frassine

Questo elaborato fa parte del progetto promosso dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e da Cieli Vibranti
Il maestro Giuseppe Andaloro - pagina Facebook Festival pianistico
Il maestro Giuseppe Andaloro - pagina Facebook Festival pianistico
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Questo elaborato, scritto da Silvia Frassine (istituto Canossiano), fa parte del progetto «Piano Reporter», promosso dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e da Cieli Vibranti.

Nella serata di giovedì 8 giugno, in occasione della rassegna del 60esimo Festival Pianistico Internazionale Brescia Bergamo 2023, si sono ascoltati brani di autori molto diversi: Girolamo Frescobaldi (1583-1643), Giovanni Sollima (1962), Giovanni Maria Trabaci (1575-1647), György Ligeti (1923-2006), Friedrich Gulda (1930-2000), Nikolaj Kapustin (1937-2020), Keith Jarrett (1945), William Byrd (1540-1623), Emerson, Lake & Palmer, King Crimson, Queen.

Questi brani sono stati interpretati e rielaborati in modo personale dal maestro Giuseppe Andaloro, pianista vincitore di prestigiosi concorsi mondiali, che ha iniziato i suoi studi da giovanissimo, completandoli al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Il Chiostro grande del monastero di San Giuseppe, in cui si trova la sede del Museo Diocesano della città, ha ospitato l’evento musicale. Tra le antiche colonne, in una fresca serata di primavera, con sottofondo del garrire delle rondini in volo, un discreto numero di spettatori ha potuto ascoltare l’esibizione del maestro. 

I brani proposti nella scaletta erano di diversi artisti celebri dal 1500 al 1900. Lo stile pianistico di Giuseppe Andaloro ha spaziato tra il classico come: Girolamo Frescobaldi con il brano Aria detta 'La Frescobalda' - Aria con variazioni F 3.32; Giovanni Maria Trabaci con Consonanze Stravaganti e William Byrd The Wind, dall'album Paris Concert'; il contemporaneo come il brano dei Queen: Bohemian Rhapsody, dall'album A Night at the Opera'; con note jazz come nel brano di Friedrich Gulda, Preludio e fuga in mi bemolle minore e note rock come nel brano degli Emerson, Lake & Palmer, The Endless Enigma, dall'album 'Trilogy'. Il maestro ha incantato il pubblico facendo scivolare le sue dita sui tasti, con tanta leggerezza che sembrava non toccarli e allo stesso tempo tanta energia da creare suoni ed emozioni forti, come nel brano di György Ligeti, Étude n.2 'Corde à Vide'. In un brano ha poi utilizzato la tecnica “bowed”, sperimentata dal ‘900, nel periodo delle avanguardie musicali, dove si utilizza tutto il pianoforte per produrre ritmo e musica usando le mani per pizzicare le corde, come nell’esecuzione nel pezzo di Giovanni Sollima da 'Ellis Island', Bêri. Lo spettacolo si è concluso con il brano Widmung, di Robert Schumann, che il pianista ha dedicato al suo maestro Sergio Fiorentino. 

La magia del luogo, le luci e la bellezza della musica hanno regalato momenti di tranquillità e di grande emozione, incantando gli spettatori e facendogli trascorrere una serata all’insegna della melodia.

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