«Piano Reporter», il concerto del 2 maggio raccontato da Nicola Valer
Questo elaborato, scritto da Nicola Valer (liceo Calini), fa parte del progetto «Piano Reporter», promosso dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e da Cieli Vibranti.
Atipica, accogliente, intima. Così si può descrivere la serata tenutasi il 2 maggio scorso al 6th Floor Recording Studio, location molto particolare per un concerto di musica classica: esso è, di fatto, uno studio di registrazione - degno di una metropoli americana - in cui è presente una sala grande abbastanza da contenere un’orchestra, più diverse stanze di registrazione e di mixaggio.
La serata è proceduta in due momenti e sezioni differenti. Durante la prima, compositori contemporanei quali Juan Baladan Gadea, Barbara Rettagliati e Marco Nodari hanno esplicato al piccolo ma caldo pubblico l’idea, il significato e la storia dei brani proposti e composti da loro stessi: rispettivamente «Seiz Piezas para piano», «Passa la nave mia colma d’oblio» e «Studi nn. 1, 5, 6» più «Una vecchia cartolina da "La bottega dell’antiquario"».
Quasi tutte le composizioni sono state interpretate come solista dal pianista Josef Edoardo Mossali, ragazzo molto talentuoso che è riuscito a lasciare un ottimo ricordo agli ospiti, grazie alla sua pacatezza, compostezza ma soprattutto alla magistrale tecnica che possiede. Degno di nota è il terzo pezzo proposto da Gadea, il quale sembrava il più adatto per Mossali, in quanto è riuscito a descrivere la sensualità, la giocosità e la vena romantica della composizione in maniera dolce.
L’unico brano non solista è «Passa la nave mia colma d’oblio», che ha visto la presenza del clarinetto suonato da Daniel Roscia: tale esecuzione è stata, nei termini dell’espressività e delle emozioni, la più densa e potente. La singolarità della composizione - e dell’interpretazione - sta nel fatto di avere ricreato in musica il celebre sonetto petrarchesco, riuscendo a descrivere il moto impetuoso del mare in tempesta mediante le costanti e improvvise accelerazioni e decelerazioni del clarinetto rispetto al pianoforte, come se fosse indipendente, fino a quando, nel finale, la speranza di salvarsi è ormai scomparsa, e i due strumenti si riuniscono in segno di resa, lasciando un senso di angoscia e tristezza.
Durante la seconda parte, invece, il pianista ha suonato due brani tratti da «Musica Ricercata», in particolare il n.7 e il n.8, di Ligeti e «Toccatina» di Kapustin: Mossali è stato in grado di applicare la sua tecnica su pezzi obiettivamente complessi, dimostrando doti notevoli e virtuose, soprattutto per quanto riguarda il n.8 di Ligeti, ricostruendo un vivace e apparentemente leggero ricordo che calca su memorie folkloristiche e felici.
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato