Cultura

«Piano Reporter», il concerto del 12 maggio raccontato da Alessandra Gionta

Questo elaborato fa parte del progetto promosso dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e da Cieli Vibranti
Sul palco, Costa e Mantovi - Foto Facebook
Sul palco, Costa e Mantovi - Foto Facebook
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Questo elaborato, scritto da Alessandra Gionta (liceo Luzzago), fa parte del progetto «Piano Reporter», promosso dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e da Cieli Vibranti.

Prima la musica, poi le parole? Questo il motto che introduceva lo spettacolo di venerdì 12 maggio all’Auditorium Santa Giulia nell’ambito del festival AltroPiano. All’interno di un ambiente confortevole ed elegante si è tenuta la performance di due meravigliose artiste: Laura Mantovi e Sara Costa. La performer e la musicista hanno regalato al pubblico momenti indimenticabili che si sono divisi tra parole e note musicali.

La musica è in grado di esprimere emozioni e unirla con le parole, in un unico concerto, è stata una scelta efficace per raccontare la storia di Maria Judina, una delle grandi figure del pianismo russo del Novecento. Maria Judina è stata una grande pianista, purtroppo poco conosciuta in Occidente perché osteggiata dal regime sovietico a causa dell’estrema religiosità e della spregiudicatezza intellettuale. Le note del pianoforte hanno narrato la storia di Maria permettendo al pubblico di vivere in prima persona le emozioni provate dalla ragazza e poi dalla donna durante il suo percorso musicale. Laura Mantovi con grande espressione ed emotività ha invece raccontato a parole le vicende della protagonista nel regime russo.

Maria Judina oltre a insegnare al Conservatorio di San Pietroburgo suona anche alla radio della città di Mosca, persino nei periodi più cupi della Seconda Guerra Mondiale la sua musica e le sue melodie accompagnano i soldati nelle notti insonni. Una di quelle notti Maria verrà ascoltata persino da Stalin che la apprezzerà per il suo geniale talento. In quei momenti la figura della musica di Maria Judina sarà in grado di confortare l’uomo nei momenti più difficili.

Le prime note fanno emergere dolci melodie che nel corso del brano creano un’atmosfera frenetica e agitata che esprime perfettamente ciò che viene raccontato dopo l’esecuzione della composizione. Degno di nota è «Une larme» di Modest Musorgskij, il brano suonato con eleganza e passione da Sara Costa ha evocato malinconia e al contempo un’atmosfera spensierata. Tuttavia, il registro che viene mantenuto è perlopiù malinconico, frenetico, caratterizzato dall’alternarsi di note veloci e lente che permette al pubblico di entrare nella storia della musicista.
Il risultato della somma fra musica e parole è un meraviglioso concerto che mi ha suscitato compassione, malinconia e ha permesso agli ascoltatori di vivere ciò che ha vissuto Maria Judina. La serata si conclude con un affettuoso abbraccio tra la pianista e l’attrice che fa intendere la complicità che può esserci fra due artisti. Musica e parole in questa serata sono state fondamentali per far notizia ad una delle tante storie che spesso non vengono raccontate.

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