Pfm: «Sul palco con Sollima proporremo il nostro Verdi»
Prima Gardone Riviera, quindi Sellero: si sdoppia la Premiata Forneria Marconi in provincia di Brescia, tra giugno e luglio, con programmi diversi, nel segno della propria riconosciuta versatilità.
La band che deve il nome a una bottega clarense d’antan, sarà infatti domani (alle 21, biglietti su Ticketone a 18,50 euro) al Vittoriale, in qualità di special guest dell’Orchestra «I Pomeriggi Musicali» di Milano e del violoncellista-compositore Giovanni Sollima, per un concerto totalmente votato alla musica classica; sabato 16 luglio (alle 21, biglietti da 23 euro), porterà invece al Campo Sportivo del centro camuno il live «PFM 1972-2022, da "Storia di un minuto" a "Ho sognato pecore elettriche", abbracciando la poesia di Fabrizio De André», viaggio antologico attraverso la propria maestosa carriera.
Abbiamo parlato dei due appuntamenti con Franz di Cioccio e Patrick Djivas, storici pilasti di PFM.
Franz, Patrick, cominciamo dall’estemporanea collaborazione con Sollima e l’Orchestra milanese. Com’è nato il rapporto con il funambolico musicista siciliano?
FDC - Ci incontrammo allo Sferisterio di Macerata, dove lui si esibiva con i 100 Cellos, e scoprimmo che ci sarebbe piaciuto fare qualcosa insieme. Noi siamo sempre aperti alle proposte stimolanti, tanto che ai compositori classici abbiamo dedicato un disco doppio («PFM in Classic», 2013, ndr). Accanto al programma scelto da Sollima e Pomeriggi Musicali (che propongono composizioni originali di Sollima e sue rielaborazioni da Purcell, ndr), ci sono nostre versioni da Verdi, come l’Ouverture del «Nabucco», "La Danza dei cavalieri" dal «Romeo e Giulietta» di Prokof’ev, Mozart, la «Suite italiana». PD - In generale, non ci interessa l’operazione abusata di suonare melodie classiche con strumenti moderni, quanto piuttosto di creare intorno a quelle un universo ulteriore, che ci rappresenti. Abbiamo sognato Mozart (ride, ndr) e immaginato come avrebbe composto certi brani se oltre all’ensemble avesse avuto a disposizione pure la PFM... Speriamo che lui (Mozart, ndr) non se la prenda troppo...
Per quanto riguarda Giuseppe Verdi avete rotto il ghiaccio dal vivo, anni fa, a Roncole di Busseto, suo paese natale. Come andò?
PD e FDC - Il pubblico ci aspettava al varco, probabilmente si domandava come potesse accadere che una rock-band osasse tanto. E invece ci hanno chiesto di ripetere ogni pezzo e ci hanno applaudito a scena aperta: una soddisfazione enorme.
Con la ripresa dei tour estivi, dunque anche a Sellero, potrete finalmente eseguire dal vivo le tracce di «I Dreamed of Electric Sheep», l’album pubblicato nell’autunno 2021 e ispirato all’immaginario di Philip K. Dick e Ridley Scott («Blade Runner»)...
PD - Questo disco rappresenta, tra l’altro, il nostro contributo alla discussione sulla tecnologia, fonte di progresso ma anche portatrice di rischi e distorsioni. In particolare, ci preoccupa il potere di quei nuovi "anfitrioni" che sono gli influencer: i giovani hanno bisogno di esempi e spazi, non di influencer… FDC - Il pubblico potrà ad ogni modo seguire la traiettoria di PFM, l’evoluzione lungo cinquant’anni di musica, perché ci saranno pezzi di tutte le epoche.
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