Cultura

Pettegolezzi e romanticismo: perché Bridgerton piace così tanto

Dopo l'autunno nel segno di The Crown, è grande successo per un'altra serie televisiva in costume
  • Alcune scene della serie tv in costume Bridgerton
    Alcune scene della serie tv in costume Bridgerton
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Dopo l'autunno nel segno di The Crown, è grande successo per un'altra serie televisiva in costume, ambientata nel periodo Regency della prima metà dell'800: Bridgerton, lanciata a Natale su Netflix e subito tra le prime dieci nel mondo, anche in Italia. La seconda stagione è già nell'aria, non ancora confermata ufficialmente. È una produzione Shondaland, la società americana di Shonda Rhimes, l'autrice di successi come Grey's Anatomy e Scandal, creata da Chris Van Dusen Practice, suo collaboratore di lunga data.

Rhimes è alla prima collaborazione con Netflix e per l'occasione passa alla serie storica pur mantenendo la sua firma: romanticismo, personaggi femminili portati in primo piano e mistero. L'atmosfera dei castelli inglesi (le favolose location sono a Bath), il fruscio degli abiti pastello, i pettegolezzi, gli scandali: Bridgerton cattura lo spettatore portandolo, pur in una storia d'epoca, in un mondo alla Gossip Girl, cellulari esclusi. I protagonisti sono ricchi, attraenti e le loro storie d'amore si intrecciano e provocano scompiglio a corte.

Pur nell'ambito di quel tipo di società, sottili lotte di alta classe si compiono, con personaggi in cerca di escalation sociale, di rispettabilità. Le giovani donne, educate ad ogni formalità, hanno un solo scopo: trovare marito e possibilmente di nobiltà superiore, quanto ai giovani nobili l'infelicità è assicurata se il cuore batte per una donna di classe operaia. La misteriosa Lady Whistledown - di cui non conosciamo l'identità fino al penultimo fotogramma della prima stagione (la voce originale invece è di Julie Andrews)- alimenta il suo giornale con questi segreti, divulgando fatti privati.
Ad ispirare la serie è la saga, pubblicata tra il 2000 e il 2016, scritta dall'americana Julia Quinn e composta da otto romanzi, il primo dei quali «Il duca e io» è alla base della prima stagione. Tutti i romanzi sono ripubblicati in Italia da Oscar bestseller (i primi tre titoli sono: Il duca e io, Il visconte che mi amava, La proposta di un gentiluomo. Nel corso del 2021 usciranno gli altri cinque libri).

La storia si svolge tra il 1813 e il 1827 nella London of the Regency, un'epoca di eccessi per l'aristocrazia britannica, con tutto quello che consegue in tema di costumi, arredi, feste sfarzose. E racconta le storie degli otto figli dei visconti Bridgerton: il primogenito Anthony, poi Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory e la piccola Hyacinth.
In questa prima stagione seguiamo Daphne Bridgerton, interpretata da Phoebe Dynevor, la primogenita in età da marito. Quando suo fratello rifiuta i suoi corteggiatori, il giornale scandalistico dell'alta società londinese, gestito dalla misteriosa Lady Whistledown, diffonde calunnie sulla giovane donna. Daphne deve quindi destreggiarsi tra la sua immagine pubblica e la sua attrazione per il bel duca di Hastings, uno scapolo ricercato da tutte le mamme delle debuttanti, ribelle e con un passato di grande sofferenza interiore.

Bridgerton è una delle prime serie frutto degli accordi inclusivi varati di recente a Hollywood per rendere il cinema più egualitario, nei temi trattati e nella scelta degli attori, alla faccia degli anacronismi. Mentre il ruolo di Daphne Bridgerton è stato affidato a un'attrice bianca, altri personaggi sono interpretati da persone di colore e ai più alti livelli della scala sociale. Ecco così che è nera la regina Charlotte (Golda Rosheuvel) e il bel duca di Hastings, interpretato da Regé-Jean Page, originario dello Zimbabwe.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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