Cultura

Perché a Venezia ha vinto davvero il film migliore

«The Shape Of Water» di Guillermo Del Toro si è aggiudicato con merito il Leone d'oro al Festival del Cinema di Venezia
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In concorso il secondo giorno, «The Shape Of Water» di Guillermo Del Toro è piaciuto subito a quasi tutti i giornalisti e al pubblico, ed è cresciuto nella considerazione di ciascuno con il passare dei giorni. La «forma dell’acqua» che gli dà titolo è quella con cui Del Toro confeziona una fiaba per adulti, oscura e luminosa allo stesso tempo, sul potere salvifico dell’amore, «che - ha dichiarato il regista - al pari dell’acqua è la forza più gentile e potente dell’Universo».

Nonostante l’atmosfera sospesa ricordi gli incubi descritti da Lovecraft nei suoi racconti, il visionario Del Toro riduce le implicazioni horror e asseconda i risvolti thriller della storia, esaltando la indubbia sensualità di certe situazioni. L’ambientazione è anni ’60, in piena Guerra Fredda, a Baltimora: racconta della solitaria Elisa, che vive una vita di silenzio (è muta), alla quale accedono uno stralunato vicino di casa e la collega Zelda, che con lei si occupa delle pulizie di un centro governativo. Nei laboratori del quale arriva una strana creatura anfibia, che le sconvolge l’esistenza.

Del Toro torna al clima del capolavoro «Il labirinto del fauno» (2006), recuperandone le suggestioni, ma innestando sulla trama di fantasia un’intrigante variazione al tema dell’amore contrastato, dove la ragazza non è un fiore in attesa di sbocciare e il «mostro» non coincide con il cattivo, allegoria di una diversità che non deve turbare. Perfetta la musica di Desplat, puntuali le citazioni hollywoodiane (Elisa vive, non per caso, sopra un cinema), mentre un gran cast - Sally Hawkins, Richard Jenkins, Octavia Spencer, più un formidabile Michael Shannon - recita volutamente sopra le righe. Il Leone d’Oro non fa una grinza.

 

 

Ecco tutti i premi dalla giuria presieduta dall'attrice Annette Bening e composta Ildikó Enyedi, Michel Franco, Rebecca Hall, Anna Mouglalis e Jasmine Trinca, David Stratton, Edgar Wright e Yonfan.

Leone d'Oro per il miglior film a «The Shape of Water» di Guillermo del Toro; Leone d'Argento - Gran Premio della Giuria a «Foxtrot» di Samuel Maoz; Leone d'Argento - Premio per la migliore regia a Xavier Legrand per «Jusqu'à la garde»; Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Kamel El Basha di «The Insult» di Ziad Doueiri; Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Charlotte Rampling per «Hannah» di Andrea Pallaoro; Premio per la migliore sceneggiatura a «Three Billboards Outside Ebbing, Missouri» di Martin McDonagh; Premio Speciale della Giuria a «Sweet Country» di Warwick Thornton; Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente a Charlie Plummer per «Lean on Pete» di Andrew Haigh; Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis a «Jusqu'à la garde»; Premio Orizzonti per il miglior film a «Nico, 1988» di Susanna Nicchiarelli; Premio Orizzonti per la migliore regia a Vahid Jalilvand per «Bedoune Tarikh, Bedoune Emza (No date, no signature)»; Premio Speciale della Giuria Orizzonti a «Caniba» di Verena Paravel, Lucien Castaing-Taylor; Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile a Navid Mohammadzadeh per «Bedoune Tarikh, Bedoune Emza (No date, no signature)» di Vahid Jalilvand; Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile a Lyna Khoudri per «Les Bienheureux» di Sofia Djama; Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura a «Los versos del olvido» di Aleriza Khatami; Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio «Gros chagrin» di Céline Devaux.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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