Per la Festa di Radio Onda d’Urto «un’edizione super, persino oltre le aspettative»
«La XXXI Festa di Radio Onda d’Urto è stata un successo. Siamo andati perfino oltre le aspettative, perché pensavamo che i numeri da record della passata edizione (130 mila presenze complessive, ndr) fossero in buona parte determinati dall’euforia della ripresa post pandemica e dunque non ripetibili. E invece, ora che siamo alla giornata conclusiva, possiamo dire che quelle cifre saranno quantomeno eguagliate».
È ampiamente soddisfatto Umberto Gobbi, portavoce dell’emittente antagonista, quando sta per calare il sipario sull’edizione 2023 di una kermesse - allo stesso tempo festa popolare e festival musicale - che è da tempo un rinomato appuntamento a livello nazionale, oltre che un’occasione impagabile di svago per i bresciani che restano in città ad agosto.
Aggiunge Gobbi: «Per un bilancio definitivo bisogna aspettare», considerata anche la coincidenza tra l’ultima serata e il cambiamento meteo. Ma «possiamo già parlare di un’edizione super». Quindi prosegue: «Il nostro è un progetto che nasce senza logiche di profitto, per finanziare l’attività e la libertà espressiva di Radio Onda d’Urto, che trasmette senza pubblicità 365 giorni all’anno. Anche per questo, nonostante l’aumento del 20 per cento dei costi per le forniture, abbiamo cercato di mantenere inalterati i prezzi della maggior parte di ciò che offriamo (dal cibo alla musica), consapevoli che tutto costa di più, ma gli stipendi non sono cresciuti».
Sollecitato ad entrare in dettaglio, il portavoce non si fa pregare: «Hanno funzionato i concerti (con le vette, in termini di spettatori, rappresentate da Sepultura, Ernia, Carmen Consoli & Marina Rei, ndr), rispetto ai quali a
bbiamo avuto una partecipazione ancor più equilibrata che in passato , senza rinunciare alla ricchezza della varietà, che ha garantito la presenza di tutte le fasce di età, come forse non era mai accaduto prima. Ma ci sono state ottime risposte di pubblico anche per le presentazioni dei libri e per i dibattiti pubblici dedicati a politica e ambiente. In fondo, proprio la miscela ideale di contenuti, interessi diversi e partecipazione intergenerazionale è ciò che volevamo ottenere».L’exploit Zerocalcare
A proposito di dibattiti, Zerocalcare merita una notazione a sé: «Siamo ben consci - argomenta ancora Gobbi - della popolarità dell’artista. Ma la folla che lo ha accolto ci ha sorpreso (e colpito positivamente), perché Zerocalcare era presente come testimone diretto di un’esperienza di confederalismo democratico, di attivazione democratica dal basso, a noi particolarmente cara (quella degli ezidi a Shengal, nell’Iraq del Nord, ricalcata su quella del Rojava siriano, ndr), ma che è poco conosciuta dall’opinione pubblica, perché molti hanno interesse a nasconderla e farla fallire».
Chiosa sul versante logistico-organizzativo: «Tutto per il verso giusto, con i nostri 750 volontari. Siamo intervenuti su alcune criticità rilevate nella ristorazione lo scorso anno (leggasi: code alle casse, ndr), risolvendole. Dopo il primo giorno di assestamento, tutto ha funzionato a dovere, al pari della raccolta differenziata, un nostro fiore all’occhiello».
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