«Pelle scura e accento bresciano»: Tommy Kuti è «Afroitaliano»
«Sono afroitaliano perché il mondo è cambiato». È lo slogan che Tommy Kuti ritiene il più rappresentativo tra quelli contenuti nel suo primo brano ufficiale dopo la firma con la major discografica Universal. Rapper, italiano di seconda generazione con residenza in provincia di Brescia e genitori nigeriani, una laurea a Cambridge, Kuti ha pubblicato in questi giorni il suo manifesto in versione hip hop che porta il titolo di «Afroitaliano».
«Nessuno racconta la storia di noi ragazzi afroitaliani di seconda generazione - ha raccontato il rapper che vive in Italia dall'età di due anni - e ho quindi deciso di farlo io con la mia musica».
E per raccontare le vicende di quei ragazzi che come lui sono cresciuti in Italia con genitori africani, Tommy Kuti non si è inventato da un giorno all'altro. Prima dell'ufficializzazione in famiglia della volontà di fare della musica il proprio mestiere, il rapper si è preso una laurea in Scienze della Comunicazione a Cambridge, per poi decidere di tornare in Italia e intraprendere la strada del rap.
«Molti afroitaliani come me hanno deciso di lasciare l'Italia - ha raccontato - e quindi nessuno conoscerà mai la loro storia, quello che hanno fatto da italiani prima di partire. Io voglio invece raccontare chi siamo, cosa facciamo e dire a tutti che siamo qui e siamo parte della realtà di questo paese, perché il mondo è cambiato».
Per fare il suo ingresso ufficiale nel rap italiano, al singolo di debutto Tommy Kuti ha anche abbinato un videoclip che è una citazione del brano «In Italia» di Fabri Fibra (che nel videoclip del rapper afroitaliano appare anche nei panni di uno psichiatra).
«Nel videoclip c'è tutta la mia famiglia - ha detto il rapper -, oltre a persone che a vario titolo ho incontrato nel corso della mia vita».
Tra di loro c'è anche il giornalista ed opinionista Edrissa Sanneh, meglio noto come Idris, così come il rapper e produttore Laioung e altri esponenti della comunità afroitaliana come Loretta Grace, Evelyne Afaawua e Bellamy Okot.
«Abitare in provincia - ha detto Kuti - aiuta perché ti mette nell'ottica di puntare a comunicare anche con chi non è come te. In una città è più facile trovare qualcuno che ti assomiglia e fare gruppo. In provincia no, devi far capire che ci sei e dialogare».
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