Cultura

Palazzo Martinengo per il nuovo anno ha tre mostre

L’esposizione su giovani e fascismo interrotta dal Covid aprirà il 2021
L'ingresso di Palazzo Martinengo, in piazza del Foro - © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso di Palazzo Martinengo, in piazza del Foro - © www.giornaledibrescia.it
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Si riprenderà da dove si è lasciato in via Musei 30. «I giovani sotto il fascismo. Il progetto educativo di un dittatore» sarà la mostra che aprirà il 2021 di Palazzo Martinengo. La Fondazione Provincia di Brescia Eventi ha presentato la nuova stagione, certo frenata dal Covid in queste feste di zona rossa ma con la progettualità chiara e tracciata.

Tre gli appuntamenti, il primo sarà «I giovani sotto il fascismo», già allestita, che riaprirà al pubblico non appena possibile per chiudere intorno a San Faustino. «Ha avuto un enorme successo perché ha riportato in luce un periodo terribile della provincia» ha spiegato Nicoletta Bontempi di Fondazione Provincia di Brescia Eventi insieme ad Elena Pala e Roberto Chiarini del Centro Studi Rsi, che invitano alla visione per capire come Mussolini volesse creare un «nuovo italiano» attraverso un progetto educativo ideologico.

Dal 19 febbraio al 7 marzo Palazzo Martinengo sarà quindi teatro della XII edizione del Premio Nocivelli con la mostra collettiva «Le stanze del contemporaneo» curata da Daniele Astrologo Abadal e dedicata ai vincitori (Mattia Barbieri, Anna Capolupo, Francesco Ciavaglioli, Giulia Dal Monte, Matilde Di Pietropaolo, Binta Diaw, Pierpaolo Maso, Alessandra Sarritzu, Ambra Iride Sechi e Aurora Troletti).

Terzo appuntamento la mostra organizzata dagli Amici di Palazzo Martinengo, dal 26 marzo al 30 maggio. «Avevamo sperato di riaprire “Le donne nell’arte” - ha detto Roberta Bellino -, visto il successo, ma le condizioni non ci sono. Pensiamo quindi di spostarla al 2022. Nel solco di quell’esposizione abbiamo però pensato a un’altra donna, bresciana e poco conosciuta: una monografica di Anna Coccoli».

«Un’artista camaleontica - ha detto il curatore Davide Dotti - che ha vissuto molto in Brasile, le cui opere dagli anni Cinquanta al 2010 mostrano una capacità di mutare di decennio in decennio il proprio linguaggio estetico, che va dalla pittura tradizionale alle sculture pittoriche per arrivare all’astrattismo puro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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