Orsini e Branciaroli aprono la stagione del CTB: l’intervista
Al mattino, l’attore capocomico con settant’anni di successi in curriculum cammina di buon passo lungo il viale della sua casa di campagna. È l’esercizio di ogni giorno. «Per questo si può sentire il respiro – spiega al telefono –. Bisogna risvegliare tutte le energie, l’allenamento fa parte del mestiere così che lo sforzo di recitare possa sembrare un non sforzo: è il segreto del teatro».
Sarà la Compagnia Umberto Orsini a inaugurare il 15 ottobre la cinquantunesima Stagione di prosa del Centro teatrale bresciano con «I ragazzi irresistibili», spettacolo coprodotto con Teatro de Gli Incamminati e Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione con Ctb e con Amat, Associazione marchigiana attività teatrali e Comune di Fabriano.
Al Teatro Sociale di via Cavallotti 20 le repliche sono previste nelle serate successive, fino a sabato 19 sempre con inizio alle 20.30 e domenica 20 alle 15.30. Nella traduzione di Masolino D’Amico, il testo di Neil Simon presentato a Broadway nel 1972 (portato anche al cinema e in televisione da grandi attori) si avvale della regia di Massimo Popolizio e dell’interpretazione di Umberto Orsini, coprotagonista con Franco Branciaroli. Partecipano all’azione scenica Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale, Emanuela Saccardi, nelle scene ideate da Maurizio Balò.
Orsini, chi sono questi ragazzi irresistibili?
Sono due vecchi attori che dopo aver recitato insieme per una vita si sono separati per cause imponderabili. Vengono chiamati a riunirsi per una celebrazione del passato. Mi ha sempre affascinato il testo che parla del nostro mondo, giocare in casa mi piace e da sempre mi hanno incuriosito figure di anziani, con le loro manie e fobie. Per l’abilità eccezionale di Neil Simon questa commedia ha avuto un grande successo: noi abbiamo scelto di affrontarla in maniera leggermente diversa, non da attori comici. Abbiamo usufruito della genialità delle battute, ma vien fuori in questo modo un fondo di malinconia, di tenerezza, di verità: non siamo buffi, siamo normali. Ci sono attori giovani intorno e il regista è uno tra i migliori, rigoroso, della scuola di Ronconi come noi. Affrontato come un classico, il testo prende una marcia in più: lo possiamo dire, dopo i riscontri dello scorso anno.
Si riconferma il sodalizio con Branciaroli, in una nuova storia di anziani che erano stati amici e si ritrovano.
Siamo una coppia vera, con la magia dei due opposti che s’incontrano. Già avevamo lavorato insieme in passato, c’era tanta ironia nello spettacolo di due anni fa «Pour un oui ou pour un non» e ci siamo riproposti di allestire uno spettacolo divertente. Per «I ragazzi irresistibili» siamo stati nominati insieme, come migliori attori nella terna del Premio Le Maschere del Teatro italiano. Non è facile scegliere un testo, sul quale devi investire: sei un portatore di idee e hai la responsabilità di una compagnia, è il compito più impegnativo per un capocomico come me cercare ogni due anni una proposta nuova, non volgare, che sia avvincente e possa avere successo. Negli ultimi quarant’anni ho sempre lavorato da indipendente, con la necessità delle scelte e con l’abitudine a leggere molti copioni. È una follia la gestione di una compagnia privata, nella selva burocratica e nel sistema perverso dei pagamenti in ritardo, io in realtà ho da anni spettacoli di successo. Se si vuole rigore si è ripagati, la scelta è fondamentale.
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