Cultura

Omar Pedrini: Timoria? Una sorpresa nel 2013

In attesa del nuovo cd, l'artista, giovedì sul palco a S. Giacinto, parla del futuro della band: «Sono le mie canzoni e la mia storia»
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Per essere uno Zio Rock, ha l'energia di un ragazzino. Oltre che la capacità di sorprenderti. Basta chiedergli dei Timoria. Omar Pedrini ci pensa, ragiona con cura, poi replica schietto: «È un tema delicato, ma se dovessi riutilizzare il nome della band, lo farei per un progetto artisticamente valido, e solamente insieme a Enrico Ghedi. Anzi, diciamola tutta: io ed Enrico, nel 2013, faremo una bella sorpresa ai fan dei Timoria».

E dire che tutto era iniziato per parlare di concerti, visto che Omar suona stasera al San Giacinto Summer Party, a Lamarmora (inizio del concerto alle 21, ingresso gratuito. In apertura il post punk dei Moscow Raid; la serata è legata alla festa per i 25 anni del pub Udaberri Berri, che si affaccia sulla piazza), in quella che è la prima di numerose esibizioni in terra bresciana. A parlare Timoria, quindi, si è arrivati per vie traverse...

La tua estate si annuncia all'insegna dei live. Ma il nuovo disco che fine ha fatto?
Ci sto lavorando, con tutti i rischi che si corrono quando senti di non avere scadenze. Dal momento che sono in attesa di un contratto, ho deciso di realizzare il lavoro in totale autonomia. Inciderò quello che voglio, lo supervisionerò a Londra, scegliendo le canzoni più internazionali, poi penserò alla pubblicazione. Sono in contatto con una major e due etichette indipendenti. Speriamo di farlo uscire entro fine anno o, al massimo, a inizio 2013.

Nel frattempo la tua agenda dei concerti è sempre più fitta...
Con il tour de «La capanna dello Zio Rock» ho accumulato oltre sessanta date. Sono sorpreso che i ragazzi abbiamo ancora voglia di sentire la stessa sbobba. Scherzi a parte, voglio suonare il più possibile: oltre alla data di Lamarmora - che sarà in elettrico, quindi a tutto rock - venerdì (domani, ndr) sarò a Quinzano, al raduno degli Amici di Omar, in duo con il pianista Giancarlo Zucchi. Il 30 farò il doppio turno: alle 19.30 mi esibirò a Modena per il concerto che Radio Bruno organizza per i terremotati, quindi, alle 21.30, a Travagliato per la festa della Curva Nord. Infine ho appena definito un reading poetico con canzoni per il 29 luglio, a Gussago.

Sul palco del 4/qUARTI hai incontrato le giovani leve della musica bresciana. Cosa manca perché qualcuno di questi gruppi faccia il grande salto?
La qualità è buona, ma serve un manager che abbia talento e incoscienza, aiutando una o più band ad emergere. Il problema è semmai un altro: oggi l'offerta è molto varia. Un tempo, in Italia, a fare rock c'eravamo noi Timoria, i Litfiba, i Cccp e i Diaframma.

A proposito: escludendo i Cccp, i Timoria sono gli unici a non esibirsi più. C'è la tentazione di una reunion?
Non è facile: la band ha avuto una storia complessa, con due periodi distinti. E poi non ho voglia di farlo in nome di un'operazione commerciale. I Timoria li vivo come uno spirito, una attitudine.

Eppure tu e Francesco Renga...
Sì, ammetto che l'unica possibilità logica sembrava quella di un tour con lui. Ma la sua partecipazione a Sanremo, che ho visto come operazione commerciale, mi ha fatto cambiare idea. È tornato al rock senza di me, per cui gli auguro buona fortuna. Se proprio dovessi pensare a qualcosa che riguardi i Timoria, potrei farlo solo con Enrico Ghedi.
Poi capita che Omar, pochi minuti dopo la fine dell'intervista, ti richiami per dire: «Ho parlato con Enrico e nel 2013 faremo una sorpresa ai fan dei Timoria». C'è altro da aggiungere? ro. ramp.

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