Cultura

Nel nuovo libro di Pulixi, i gatti fondamentali per risolvere il caso

Francesco Mannoni
Lo scrittore cagliaritano presenterà il libro giallo «Se i gatti potessero parlare» a Brescia il 28 aprile
Il giallista Piergiorgio Pulixi - © www.giornaledibrescia.it
Il giallista Piergiorgio Pulixi - © www.giornaledibrescia.it
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Marple e Poirot, i due gatti della libreria cagliaritana «Les Chats Noir» gestita da uno scorbutico e incontenibile Marzio Montecristo, non fanno solo le fusa al loro collerico padrone. Spesso, con i loro miagolii, gli danno l’input per risolvere casi complessi. Di loro, in «Se i gatti potessero parlare» (Marsilio, 352 pagine, 16 euro), in questa nuova e ironica avventura con i due felini investigatori, Piergiorgio Pulixi, affermato giallista cagliaritano (una ventina di romanzi suddivisi in diverse serie), racconta prodezze inconsuete.

Soprattutto il fatto che a Marzio, in un certo modo, i due gatti parlino e grazie a loro e ai clienti arruolati nel «Clan del giallo» che si riunisce tutti i martedì nella libreria fallimentare, Montecristo può venire a capo di un delitto geniale. Lo scrittore presenterà il libro a Brescia lunedì 28 aprile alle 18,30 alla libreria Ubik di via Achille Papa 37.

La vicenda, dalla libreria di Marzio si sposta su una nave da crociera in partenza da Cagliari. A bordo sarà presentato il libro di un giallista che ha inventato un grande personaggio poliziesco: una festa che diventa dramma?                         

È così. Centocinquanta lettori forti e un nugolo di giornalisti saliranno a bordo per la crociera organizzata dagli editori italiano e francese dello scrittore. Sulla nave, che circumnavigherà la Sardegna fermandosi in luoghi rinomati, i lettori convivranno con l’osannato scrittore Aristide Galeazzo che ha deciso di por fine alla vita del suo personaggio, dopo avere scoperto un segreto che non può ignorare.

Sulla nave viaggiano anche un’amante segreta, un investigatore camuffato, interessi colossali, fallimenti, tradimenti, risentimenti. Ci sono pure il libraio Marzio Montecristo, con la speranza di vendere molti libri, i suoi due gatti neri e l’ispettore capo Flavio Caruso. E un assassino. Al mattino del secondo giorno di navigazione, lo scrittore è trovato morto nella biblioteca della nave.

Qual è l’origine della scelta di protagonisti «felini»?

È una scelta quasi metafisica e nasce dall’esigenza di illuminare trame altrimenti rigorosamente razionali e geometriche, tipiche dei grandi classici della narrativa mystery e suspense, con una luce sorprendentemente sovrannaturale.

Protagonisti come Marple e Poirot incarnano questa magia investigativa: sembrano possedere un sesto senso che li induce a «subodorare» il colpevole dai primi indizi, trasformando il loro intuito in una forza quasi preternaturale. Tale fiuto, oltre a rivelarsi inestimabile strumento per svelare enigmi intricati, diventa anche un prezioso alleato per figure come Montecristo e i suoi, simbolo di un’indagine che unisce precisione del ragionamento a fascinazione per l’inspiegabile.

Quanto è complesso e spietato il mondo editoriale?

Il mondo editoriale odierno, in particolare nelle case editrici orientate a grandi fatturati, è specchio fedele di un ambiente lavorativo nazionale dominato dall’urgenza di ritorni economici immediati, a qualsiasi costo e spesso a discapito della qualità.

In questo scenario, la logica commerciale ha preso il controllo su diritti e fattore umano, relegando la logica artistica a un ruolo secondario, e trasformando gli autori in fornitori di servizi anziché in autentici creatori. Quando si accelera su questo ingranaggio industriale, emergono conflitti e rivalità: gare spietate per rubarsi gli autori bestseller e una competizione feroce senza compromessi.

Questa dinamica la sconcerta un po’?

No. È preoccupante sul piano umano, ma mi affascina come autore di gialli, poiché offre uno sfondo ricco di sfumature oscure e risvolti narrativi intriganti.

I ragionamenti degli editori e del protagonista scrittore non sono mera invenzione, ma rispecchiano fedelmente la realtà di un sistema complesso, in cui la razionalità industriale convive con una scintilla di cattiveria pura, dettata dal dovere rispondere ad azionisti bulimici di dividendi. In tal modo il mondo editoriale diviene il palcoscenico ideale per trame che svelano i retroscena di un ambiente spietato, dove gli apparenti calma e ordine nascondono insidie e conflitti tanto reali quanto narrativamente appassionanti.

L’esposizione finale dei fatti alla Poirot, è una voluta similitudine?

I lettori di gialli sono tradizionalisti, desiderosi di vedere l’ordine trionfare sul caos. Sono affezionati al dénouement finale, quel clamoroso scioglimento dei fatti filtrato attraverso il rigore e l’intuizione dell’investigatore, che assume contorni quasi teatrali o cinematografici: privarli di questa scena significherebbe commettere un delitto nei confronti della loro passione e tradizione narrativa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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