Cultura

Non solo «Emozioni»: gli ottant'anni di Mogol

Compie ottant'anni il più famoso paroliere della musica italiana
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Il suo più recente successo lo ha ottenuto a fine luglio in tribunale, ma la carriera di Mogol, che oggi compie ottant’anni, passa indubbiamente attraverso la musica. E le parole. A cui è comunque legata la vicenda legale di cui sopra: si tratta infatti di una causa intentata contro la vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese che da sempre si oppone all'utilizzo e alla diffusione massivi del repertorio e dell'immagine del marito. 

In primo grado, il tribunale civile di Milano ha dato ragione a Mogol che ha ottenuto anche un risarcimento. A essere stata condannata è la società Acqua Azzurra Acqua Chiara di cui è socio lo stesso Mogol, ma che è controllata dalla Veronese. 

Al momento dovrebbe diventare possibile usare le canzoni di Battisti per colonne sonore e spot, per rassegne dedicate e, soprattutto, potranno essere messe in vendita su Internet. Sempre che il prevedibile ricorso in appello non rimetta tutto in discussione. 

Un fatto di cronaca tutt'altro che marginale nella vita di un personaggio che ha firmato, insieme a Carlo Donida, il suo primo testo nel 1960: la canzone era «Briciole di baci». La cantava Mina.

Mogol, che nasce Giulio Rapetti, è il più celebre paroliere della canzone italiana proprio grazie alla formidabile stagione vissuta accanto a Battisti quando, tra gli anni '60 e '70, i due hanno firmato una serie di capolavori entrati nella storia del costume del nostro Paese. 

Fu proprio Mogol a convincere Battisti a cantare le proprie canzoni, vincendo le resistenze della discografia che riteneva quella voce così insolita poco adatta. Ancora oggi il binomio Mogol-Battisti, che fondarono insieme un'etichetta discografica, la Numero Uno, è uno dei marchi più evocativi della nostra musica popolare. 

Il sodalizio si è sciolto nel 1980, per dissidi sulla ripartizione degli introiti. Da allora Battisti è andato verso una musica sempre meno orientata al mercato e un'esistenza sempre più ritirata, Mogol ha proseguito la sua attività, anche con clamorosi successi, ma non c'è dubbio che gli anni di Lucio restino l'apice di una carriera che, di fatto, accompagna la storia della moderna industria della canzone italiana. 

Giulio Rapetti in mezzo alla musica c'è nato: suo padre, Mariano, era un importante dirigente della Ricordi e, a sua volta, con lo pseudonimo Calibi, aveva avuto successo come paroliere negli anni '50. Già prima dei vent'anni Mogol era entrato a lavorare alla Ricordi, nel 1959 ha assunto lo pseudonimo Mogol, nel 1960 la firma della prima canzone. L'anno dopo con «Al di là», anche questa firmata con Donida, ha vinto Sanremo. 

Negli anni '60 ha firmato una serie di grandi successi, tra cui molte cover famose. «Il Paradiso» (scritta con Battisti), «Sono bugiarda», «Sognando la California», «Senza luce», «Io ho in mente te», «29 settembre», «A Chi», «Ma che colpa abbiamo noi», «E la pioggia che va», «La spada nel cuore», «Riderà», «Se piangi se ridi», «Una lacrima sul viso», passata alle cronache anche perché la performance a Sanremo di Bobby Solo ha rappresentato il primo caso di playback nella storia del festival. 

Tra le sue traduzioni ci sono alcuni super classici di Dylan, «Blowin'in the Wind» (La risposta è caduta nel vento cantata da Luigi Tenco), «Mister Tambourine Man» (Mister Tamburino cantata da Don Backy) e «Like a Rolling Stone» (Come una pietra che rotola, cantata da Gianni Pettenati). 

Mogol era il traduttore italiano autorizzato da Dylan: il rapporto finì dopo un incontro a Londra prima del quale il paroliere dovette fare una lunga anticamera. Dylan non era d'accordo sul fatto che il suo traduttore interpretasse i testi, Mogol, che, come ha raccontato, non aveva capito fino il fondo il significato di alcune liriche, rivendicò il suo status di autore. Risultato: accordo saltato. 

Altrettanto celebre è la versione, molto più che infedele, di «Space Oddity» di David Bowie: «Ragazzo solo ragazza sola». Pubblicata nel 1970 la canzone aveva un testo di Mogol che racconta della fine di un amore: nessuna traccia di Major Tom e viaggi nello spazio. Era stata registrata a Londra, il produttore Claudio Fabi aveva fatto da consulente per l'italiano a Bowie che, si dice, fosse convinto di cantare una traduzione fedele all'originale. Alle registrazioni parteciparono Rick Wakeman, futuro tastierista degli Yes, e Paul Buckmaster, poi grande firma delle produzioni Progressive. 

È curioso notare che «Ragazza sola ragazzo solo» ebbe più successo nella versione dei Computers, un gruppo della scuderia della Numero Uno, che la incisero prima di Bowie ed arrivarono al 23/o posto della hit parade. 

Nel 2013 Bernardo Bertolucci l'ha inserita nella colonna sonora del film «Io e te». E a proposito di progressive, si può ricordare che Mogol è, con Mauro Pagani, l'autore del testo di «Impressioni di Settembre», il brano più celebre della PFM e probabilmente del progressive italiano. 

Dopo Battisti, Mogol si è legato a Riccardo Cocciante, con il quale ha firmato «Se stiamo insieme», «Cervo a Primavera», Mango, tra le altre, «Oro», «Come Monna Lisa», Gianni Bella con il quale ha firmato, l'ormai classico «Io non so parlar d'amore» di Adriano Celentano, Gigi D'Alessio. 

È stato anche co-fondatore della Nazionale Cantanti e fondatore e tutor del Cet, il centro musicale del Toscolano, in Umbria, nato per formare nuovi talenti della canzone. Da quest'anno è anche Commendatore al merito della Repubblica Italiana.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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