«Non cadiamo nel tranello dell’onnipotenza della tecnica»

Il professore Adriano Fabris, ospite nel dibattito sulla AI «Siamo noi a renderla "umana"», pone la sfida di costruire una relazione etica fra essere umano e macchina
Intelligenza artificiale - © www.giornaledibrescia.it
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Attenti all’inganno. L’intelligenza artificiale pone l’uomo nella stessa condizione di Adamo ed Eva nella Genesi, nella tentazione di sentirsi simili a Dio davanti all’albero del bene e del male. Il rischio è di illudersi d’essere onnipotenti per poi constatare che le macchine sono più efficienti, performanti e veloci di noi. E finire col subordinarci ad esse. Su questa contraddizione il prof. Adriano Fabris, ordinario di Filosofia morale all’Università di Pisa, pone la sfida di costruire una re

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