Cultura

Noemi, energia rhythm & blues che conquista

L'arca di Noemi approda al Palabrescia davanti a 700 spettatori, con un concerto nel suo stile, energico e generoso.
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L'arca di Noemi approda con successo al Palabrescia davanti a 700 spettatori, con un concerto nel suo stile, energico e generoso. Veronica Scopelliti, in arte Noemi, si è esibita giovedì sera in città, offrendo al suo pubblico - che tanto l'ha sostenuta nei reality televisivi - uno spettacolo denso di energia e musicalmente ben calibrato da un'ottima band.

Certo, è passato parecchio tempo dagli esordi della giovane artista. Oggi la cantante romana è già lanciata su palcoscenici nazionali come Sanremo e il concertone del 1° maggio a Roma, trattata da vera big della musica. Noemi la rossa, sgargiante nel colore della chioma che sembra rispecchiare il tono della sua forte personalità. C'è curiosità nel sentire questa ragazza dalla voce poco melodica e semmai più soul e rhythm and blues, ma capace di cambiare pelle a seconda delle canzoni. Una voce all'inizio un poco incerta, che prende coraggio e grinta dopo pochi pezzi, pescati in buona parte dall'ultima fatica discografica «RossoNoemi».

Inizia al piano con «Poi inventi il modo», seguita da «Up!» (alla Irene Grandi), «Fortunatamente», «Odio tutti i cantanti». L'artista romana cerca di coinvolgere il pubblico, tira fuori dal cilindro cover come «La cura» di Battiato, struggente e interpretata con stile, «Amarsi un po'» di Battisti e «Bugiardo e incosciente» di Mina. Poi si mostra riconoscente verso alcuni grandi cantautori italiani per le belle canzoni offerte su un piatto d'argento, e dalla platea si sente: «Vasco!». Infatti attacca, ma non subito, con «Vuoto a perdere», scritta dal Blasco. Non manca il successo Sanremese «Sono solo parole» (scritto da Fabrizio Moro), premiato con un signor terzo posto.

Noemi la rossa ha fatto centro, i suoi pezzi sono cantati dai fans, il karaoke si fa spazio. «Per tutta la vita», «In un giorno qualunque», «Altrove», concludono una serata di successo. Il bis è intenso, con il brano blues «Damn your eyes» di Etta James. Qui esce la vera anima della protagonista, con la sua gente sotto il palco per l'ultimo saluto.

a. crox.

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