Nicola Piovani, la vita è bella sottovoce

«Eppure io credo che, se ci fosse un po' più di silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio, forse qualcosa potremmo capire». L'auspicio-invettiva di Roberto Benigni lasciava spazio nel 1990, nell'ultimo lavoro cinematografico di Fellini, a «La voce della luna», analogamente quando il brano interpretato dal suo stesso autore - il pianista, compositore e direttore d'orchestra Nicola Piovani in «Concerto in quintetto» a Villa Fenaroli di Rezzato - chiude la sezione «ufficiale» della serata e consegna la notte alla sua legittima proprietaria luminosa.
Alla quale in realtà Piovani si rivolge per l'intera serata, limitandosi a rendere appena più morbido l'oscuro silenzio ovattato, un po' come nel cinema, nel quale la musica, ha spiegato Piovani, «fiancheggia, si accoda alla poetica di un autore, agisce sottovoce». Unica differenza, stavolta, l'assenza di intermediazione dello schermo che nasconde le note a favore di un ritrovato «qui e ora», un rapporto teatrale e vivo con la platea.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato