Cultura

Nft e arte, quella di Sotheby's fu davvero truffa? Parlano Domenico Quaranta e Manuel Gardina

Sono le accuse di un gruppo di investitori che ha fatto causa. Qui il parere di due esperti bresciani di arte digitale
La collezione di opere NFT Bored Ape Yacht Club di Yuga Labs © rollingstone.com
La collezione di opere NFT Bored Ape Yacht Club di Yuga Labs © rollingstone.com
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«Prezzi gonfiati, con gli Nft ci hanno ingannato». Sono le accuse di un gruppo di investitori che ha fatto causa a Sotheby’s – la famosa casa d’aste londinese – un paio di settimane fa. Il motivo? Una «truffa» risalente a maggio 2021, che di fatto consisteva nella vendita di alcuni collectibles della collezione Bored Ape Yacht Club, raffiguranti scimmie vestite in diversi stili. Sotheby’s avrebbe approfittato della popolarità dei coloratissimi Nft – non-fungible tokens per batterli a prezzi molto più alti del loro valore effettivo.

Siamo davvero giunti al capolinea con gli Nft applicati all’arte digitale? O si tratta di una notizia come tante, che non ha il potere effettivo di modificare l’andamento del mercato su larga scala? Provano a rispondere Domenico Quaranta, professore, critico d'arte e autore bresciano e Manuel Gardina, artista bresciano con esperienza sia in campo Nft che nell’ambito dell’arte tradizionale, in Italia e nel Regno Unito.

I Bored Apes sono ormai riconoscibili da chiunque si cimenti/si sia cimentato in Nft applicati all’arte digitale. Nel 2021 una singola opera poteva raggiungere il valore di un milione e mezzo di dollari (come la #3001, acquistata dal cantante canadese Justin Bieber), mentre adesso, due anni più tardi, diventa difficile valutare la stessa più di qualche decina di migliaia.

Perdite ingenti per chi ha investito, dai VIP ai collezionisti. Colpa di Sotheby’s?

Uno dei libri di Domenico Quaranta, Surfing with Satoshi (2022).
Uno dei libri di Domenico Quaranta, Surfing with Satoshi (2022).

Domenico QuarantaNo, non necessariamente. O meglio: Sotheby’s ha una sua responsabilità, dal momento in cui è venuta meno ai criteri di valutazione delle opere che batteva. I Bored Apes sono stati presi in considerazione più per il loro valore speculativo che per il loro valore artistico. Era il trend di quel periodo, Sotheby’s ha cavalcato l’onda, come si suol dire. Dalla loro, gli investitori e i testimonial (Bieber non è l’unico ad aver promosso i Bored Apes, con lui anche Paris Hilton, DJ Khaled e altri, ndr), sapevano a cosa andavano incontro. Gli Nft rappresentano un’opportunità, ma la situazione può ribaltarsi in breve tempo. È chiaro che chi ha investito non fosse interessato tanto all’opera in sé, quanto alla possibilità di gonfiarne ulteriormente il prezzo rivendendola a sua volta.

Manuel Gardina – Non è colpa di Sotheby’s e personalmente non credo che i cosiddetti “investitori” – alleged investors, come li ha definiti il collettivo di creator dietro ai Bored Apes – riusciranno a vincere la causa. Il rischio è presente in ogni tipo di investimento, all’interno di ogni mercato. Quella di puntare tutto sulle famose scimmiette è una scelta dettata dalla sete di profitto, alimentata da voci secondo le quali un importante collezionista aveva già deciso di acquistarne decine (parliamo del 2021, quando la bolla aveva raggiunto i suoi picchi massimi).

Il futuro degli Nft è quindi salvo?

Le opere di Manuel Gardina esposte alla galleria The Address, in via Cavallotti (Brescia). giornaledibrescia.it
Le opere di Manuel Gardina esposte alla galleria The Address, in via Cavallotti (Brescia). giornaledibrescia.it

Domenico Quaranta Sono sempre stato “agnostico” quando si tratta di esprimersi sulla questione Nft nell’arte, ma ho sempre visto un’opportunità e la vedo ancora, sia in ambito cripto che Nft (la compravendita di Nft avviene in criptovalute, ndr). Comunque il mercato è ancora in fase di stabilizzazione e vale di più di quanto valeva prima del 2020. La questione va al di là della singola notizia, il mercato continua anche al di là di essa. A rovinare un po’ i piani c’è invece la questione royalties (percentuale che arriva al creator ad ogni rivendita del suo Nft, ndr). OpenSea, tra le più popolari e conosciute piattaforme di marketplace Nft, ha deciso di escluderle dai suoi servizi a partire dall'anno prossimo. Le manterrà, ma come servizio opzionale e non obbligatorio. Ciò significa sì meno probabilità di formazione di bolle speculative, ma anche meno opportunità di guadagno per gli artisti, che si traduce in un passo indietro.

Manuel GardinaCerto che è salvo. Si tratta però di un mercato ancora molto instabile, le cui fluttuazioni possono rivelarsi rischiose per chi decide di investirvi. Un investitore non si deve sorprendere che ci siano “rigonfiamenti” artificiali, rigonfiamenti che del resto esistono anche nel mercato dell’arte tradizionale (opere concrete e tangibili). Prendiamo l’esempio dell’artista senegalese che in patria non riusciva a vendere le proprie opere a 100 dollari e poi una volta arrivato negli Stati Uniti è stato battuto all’asta per centinaia di migliaia di euro. Non è un segreto, succede agli artisti alla luce del giorno.

Quali piattaforme di marketplace / gallerie virtuali consigliereste ai creator di domani?

Domenico Quaranta Non esiste solo OpenSea. Per fortuna, ci sono ancora tante piattaforme che offrono royalties, ma soprattutto che pre-selezionano le opere destinate a comparire sul marketplace, in base al loro valore artistico e non speculativo. Qualche nome: artwrld.com e artblocks.com.

Manuel Gardina - Ci sono gallerie come la Serpentine Gallery che continuano a credere negli artisti NFT, fortunatamente. A chi desidera investire in questo campo, consiglierei di affidarsi a gallerie che selezionano attentamente le opere e ad artisti conosciuti, con i quali possibilmente esiste già un rapporto diretto.

 

I canali personali di Quaranta e Gardina sono i seguenti: domenicoquaranta.com e manuelgardina.com.

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