Cultura

L’epico viaggio dal mare al lago della nave da guerra «Puglia»

Simone Bottura
Dono della Marina Militare avallato dal regime. Smontata alla Spezia arrivò a Gardone col Mas della Beffa di Buccari
La nave Puglia è rivolta verso l'Adriatico © www.giornaledibrescia.it
La nave Puglia è rivolta verso l'Adriatico © www.giornaledibrescia.it
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«Come nelle più belle notti della nostra guerra adriatica il cuore mi sobbalza all’annunzio del dono che l’Armata Navale è per farmi, al di là di ogni mia attesa [...]. Per preservare le reliquie Iddio ha foggiato il luogo [...], per sostenere la parte prodiera della “Puglia”, ho qui un pianoro proteso in forma di prua». Così scriveva Gabriele d’Annunzio il 17 marzo 1923, in risposta al telegramma dell’Ammiraglio Paolo Thaon di Revel, allora ministro della Regia Marina nel governo Mussolini, che aveva annunciato al poeta il dono stabilito dalla Marina Militare.

Lo stupore del mondo

Poco più di due anni dopo, nel luglio 1925, il Vate diede avvio a un’impresa che suscitò lo stupore del mondo: una nave da guerra, o meglio la sua porzione prodiera, venne portata, a pezzi, dal mare della Spezia al lago di Garda, rimontata e incastonata su una collina, tra olivi e cipressi.

La collinetta dissodata per fare spazio all'incrociatore © www.giornaledibrescia.it
La collinetta dissodata per fare spazio all'incrociatore © www.giornaledibrescia.it

«Da allora – scrive il presidente della Fondazione, Giordano Bruno Guerri nell’invito per la festa del centenario della nave Puglia al Vittoriale degli italiani – è salpata ogni giorno verso milioni di visitatori che la ammirano nel ricordo delle imprese di d’Annunzio e della vittoria italiana nella Prima guerra mondiale». Portarla dalla Spezia a una collina del Vittoriale «fu un’impresa epica, e non meno impegnativo è conservarla intatta nella sua solenne bellezza».

L’incrociatore Puglia, concepito per svolgere missioni di tipo coloniale e di protezione degli interessi italiani oltremare, era stato la prima nave da guerra della flotta militare italiana varata nel cantiere navale di Taranto, il 22 settembre 1898 alla presenza di numerose personalità, tra cui il futuro sovrano Vittorio Emanuele III e la consorte Elena di Montenegro, madrina della cerimonia.

L’incrociatore compì viaggi di lunga durata, dall’Australia all’estremo Oriente, dalle Antille al Brasile, prima di svolgere servizio in Adriatico nel corso della prima guerra mondiale. Al termine del conflitto, la nave venne a trovarsi al centro degli incidenti di Spalato, occorsi tra il 1918 e il 1920. L’11 giugno 1920 fu teatro di un evento sanguinoso. Mentre l’incrociatore era all’ancora, il capitano di corvetta Tommaso Gulli e il motorista Aldo Rossi, scesi a terra, furono bersaglio del fuoco di fucileria da parte di elementi slavi e vennero feriti a morte.

Guardare le ferite

L’atteggiamento eroico del Gulli in ospedale, che prima di morire dissanguato si strappò le bende per vedere le ferite, colpì d’Annunzio a Fiume: «Così doveva fare l’Italia, non nascondere, ma guardare le proprie ferite». Non a caso la prua oggi al Vittoriale, così come le bocche di fuoco dei suoi cannoni, sono rivolte al mar Adriatico, «l’amarissimo mare» lo chiamava d’Annunzio, per la mancata conquista della Dalmazia.

Il 16 marzo 1923, l’ammiraglio Thaon di Revel scrisse al poeta, giunto nel 1921 sul Garda, deluso e amareggiato dopo l’impresa di Fiume: «Sono assai lieto di informarLa che il Consiglio dei ministri ha deliberato Le siano offerti in dono, da parte della Marina, due cimeli che ricordano le gesta navali compiute nell’ultima guerra. Saranno pertanto trasportati a Gardone, e collocati nel luogo che Ella vorrà indicare, la parte prodiera della Regia Nave Puglia ed il Mas (acronimo di motoscafo anti sommergibile nonché di ’Memento Audere Semper’, motto latino che significa: Ricorda di osare sempre, ndr) col quale Ella partecipò alla spedizione (nota anche come «Beffa», ndr) di Buccari».

Venti vagoni

I lavori per riposizionare l'incrociatore © www.giornaledibrescia.it
I lavori per riposizionare l'incrociatore © www.giornaledibrescia.it

La prua fu smontata e caricata su venti vagoni ferroviari. Venne rimontata al Vittoriale tra il 1925 e il 1938. Nel 1925 venne collocato lo scafo con il ponte di comando, la torretta corazzata, cannoni, ancore, catene, oblò e boccaporti. Nel tempo fu poi aggiunta la porzione poppiera in muratura. Nel 1932 fu collocata sulla prua la grande polena in bronzo dello scultore Renato Brozzi raffigurante la Vittoria e nel 1934 fu montato l’albero di poppa.

Oggi è un luogo unico, uno dei più straordinari del complesso monumentale di Gardone Riviera, testimonianza del genio di d’Annunzio. Sulla prua, sospesi tra storia e mito, sembra di essere in procinto di salpare verso le acque del Garda all’orizzonte e davvero ci si rende conto di trovarsi in un luogo inimitabile. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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