Nana Bang! Lo-fi senza orpelli, chiaro e scuro
Il duo bresciano racconta la genesi e i contenuti di «In A Nutshell», nuovo disco che uscirà il 24 ottobre
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Due, la sintesi perfetta per arrivare al nocciolo. Due per lavorare al massimo, spegnendo l’intelligenza artificiosa della tecnologia. Due per togliere il superfluo e scrivere semplicemente canzoni, strimpellate ridendo sull’ironia della sorte. Due come «In A Nutshell», il secondo album del binomio bresciano lo-fi Nana Bang!.
A poco più di un anno dall’eponimo esordio, il Guru Banana Andrea Fusari (voce, synth e corde) e Beppe Mondini (rullanti, casse, rumori e tastiere) tornano con un nuovo lp in uscita venerdì 24 ottobre per VolumeUp, la label di Marco Obertini (sarà presentato la stessa sera in città al Lio Bar). «Ci sono gruppi che definisco epici, quelli che quando suonano i loro pezzi lo fanno con una serietà apocalittica, come se da un momento all’altro dovesse cadere il mondo - racconta Fusari -. I Nana Bang! sono qualcosa di profondamente diverso. Giochiamo con l’allegria, facciamo pezzi senza prenderci troppo sul serio».
Il titolo, «In A Nutshell», esprime l’intento essenziale di questo progetto divertente e divertito. «Arrivare al nocciolo delle cose - spiega Andrea -. Più aggiungi, più allunghi, più ti allontani dall’immediatezza del concetto che stai esprimendo». Ecco perché le registrazioni, portate a casa in due giorni al Bunker di Rubiera con la regia di Andrea Rovacchi dei Julie’s Haircut, hanno messo in «off» tutte le agevolazioni offerte dalla tecnologica. «Siamo in due, per cui è spontanea la scelta di essere molto essenziali: gli arrangiamenti sono ridotti al minimo, le sonorità sono acustiche e strutturate su ukulele, chitarre, percussioni - continua -. Sono pezzi nudi, che stanno in piedi proprio perché esistono come canzoni. Quando ti circondi di poche cose sei costretto a concentrarti al massimo su quel che hai a disposizione». Niente click per dettare il tempo, niente fronzoli e poche, pochissime aggiunte.
Un po’ di sporcate elettroniche qua e là e rullanti proteici a dar forza ad un pop-rock brillante. Concettualmente «In A Nutshell» è un lp a due facciate. «Una diurna, solare, luminosa, e l’altra crepuscolare notturna, più triste, riflessiva - rivela Fusari -. È il tentativo di vedere la realtà da angolature diverse». «Irony Is A Dead Scene» cita The Dillinger Escape Plan e fa da manifesto; «Yes Man» accusa gli uomini piegati dal potere «e conferma la nostra voglia di restare indipendenti».
E di sentirsi liberi come in uno dei tanti viaggi che Andrea ama godere in tenda e con lo zaino in spalla nei parchi naturali della Grande America. Appuntamento a ottobre...
Alessandro Carboni
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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