Trionfo Bollani, impressioni di jazz distillate con arte, «anema e core»

Giacomo Baroni
Grande anteprima della nuova tournée del pianista milanese con il Danish Trio
  • Il concerto di Stefano Bollani al Teatro Grande
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    Il concerto di Stefano Bollani al Teatro Grande
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C’è del jazz in Danimarca, ed è da tutto esaurito. Stefano Bollani e il suo Danish Trio ieri sera hanno regalato al Teatro Grande un concerto entusiasmante e ricco di emozioni.

L’occasione era già speciale di per sé, la charity night organizzata da A2A e Fondazione Teatro Grande dedicata al Banco dell’energia, fondazione creata nel 2016 da A2A, nata per sostenere le persone in difficoltà economica e sociale con particolare attenzione alla povertà energetica. Il concerto ha inoltre segnato la data inaugurale del tour della formazione con Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria che affianca Bollani ormai da otto album e ventidue anni.

Musica inedita

Nuova tournée, ritorno sulle scene e un teatro pieno zeppo sono la perfetta occasione per uno show all’insegna della musica inedita: «Per gioia vostra, che non avete idea di cosa sta per succedere e per la nostra, perché essendo brani scritti prevalentemente da noi non potrete neanche dire se sbagliamo», scherza Bollani con il suo proverbiale umorismo.

I tre attaccano dalle note delicatissime di «Sweety», nuovo brano firmato da lui, finezza e agilità, tono garbato e inventiva, poi la risposta di penna danese conduce con andamento più brioso nel vivo della serata. Lo standard «You Stepped Out Of A Dream» si apre con delicatezza, dopo dilaga in una corsa folle, innescando un gioco di continui spostamenti di equilibrio tra gli strumenti. Irrequieto tanto sui tasti quanto sullo sgabello il pianista, più sobrie nella condotta ma ugualmente vivaci per estro musicale le controparti scandinave, i tre allegri compari si trovano sempre a loro agio mentre con naturalezza fanno scorrere brani imprevedibili e variopinti.

Classici

«Adesso vi facciamo ascoltare una canzone napoletana. Forse», commenta Bollani, prima di attaccare il classico partenopeo «Anema e Core», divertito da come i pezzi a volte sembrino decidere di fondersi da soli seguendo un discorso fitto e fantasioso, che si sa da dove parte ma non dove possa arrivare. Così, tra un pezzo e una battuta, i voli limpidi di «A tempo col pianeta» confluiscono istintivamente nella dolcissima e toccante «Ballad For Joe», mentre «Eternal Child», dedicata a Chick Corea, si trasforma in un’«Impressioni di settembre» più progressiva che mai nelle sfavillanti improvvisazioni del trio, ricompensate con un caldo e lunghissimo applauso. Altro inedito «All Together Now» in cui Bollani, versione showman, scherza con il pubblico invitandolo a canticchiare il brillante tema del brano. I jazzisti hanno un problema con i titoli, svela, prima di attaccare con «It Has Been A Good Night» che, se anche non sarà stata battezzata con grande originalità, descrive a pennello la sensazione che si legge sulle facce soddisfatte del pubblico in sala.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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