Sanremo 2025, le pagelle della terza serata
Terza serata del Festival di Sanremo, con 14 Big in gara, a completare la rotazione avviata ieri con i primi 15. Varietà in gara, ed eclettismo anche nel parco ospiti musicale, dove a Duran Duran ed Edoardo Bennato si affiancano Ermal Meta e Iva Zanicchi. Le vallette Miriam Leone, Katia Follesa ed Elettra Lamborghini affiancano Carlo Conti nella conduzione.
CLARA - Febbre
Vincitrice di Sanremo Giovani nel 2023, Clara (Soccini) da Varese pare una veterana del palco. In evidenza il cuore urban del suo brano, che mescola hip hop e r&b, alternando ritmo battente e passaggi dall’orchestrazione più ariosa. Fisicità abbagliante, voce bella e pulita, interpretazione sicura: ma il suo brano è (troppo?) simile a tanti altri che si sentono di continuo.
Voto: 6+
BRUNORI SAS - L’albero delle noci

Rappresentante forse unico (quest’anno) della quota cantautorale classica, Brunori Sas racconta con qualità i sentimenti che prova un giovane padre. Ci sono echi di De Gregori nell’andamento di “L’albero delle noci”, e l’interpretazione è altrettanto intensa che nella serata d’esordio, ma ora più disinvolta. Trasmette l’impressione di divertirsi anche su un palco più “leggero” di quelli a cui è abituato. Cresce lui, cresce il voto.
Voto: 7,5
SARAH TOSCANO - Amarcord
Con un titolo così, a vestire contenuti striminziti, si rischia la lesa maestà (felliniana). Ma a una diciottenne si possono perdonare questo ed altri scivoloni (l’abito, su tutti). La più giovane in gara, svezzata sui palchi di «Amici», dimostra ad ogni modo personalità, sciorinando una performance più sicura che al debutto, nonostante un brano che non prende il volo, carino e innocuo com’è.
Voto: 6
MASSIMO RANIERI - Tra le mani un cuore
Alle prese con un brano non eccelso, tra i cui autori figurano anche Tiziano Ferro e Nek, l’artista napoletano dal fascino stropicciato fa capire una volta ancora perché lui è una sicurezza, qualunque cosa canti. Al Festival (che ha vinto nel 1988 con "Perdere l'amore") ci sta come a casa sua, rilassato e sorridente, elegante e appassionato. Performance da professore, come sempre personale.
Voto: 7
JOAN THIELE - Eco
Echi di amore fraterno tra «figli dell’indifferenza» per la songwriter di Desenzano, cresciuta a pane e colonne sonore, che propone una ballad (post) rock dai rimandi tarantiniani. Un brano non immediato, ma bello e internazionale, qualcosa di diverso da tutto il resto sentito quest’anno a Sanremo.
Voto: 7,5
SHABLO ft. GUÉ, JOSHUA e TORMENTO - La mia parola
L’operazione è intelligente, avendo costruito un collettivo volutamente intergenerazionale con rappresentanti di diverse maniere di intendere l’hip hop. Il risultato è un brano crossover gradevole sul piano del sound, ma inaspettatamente morbido e dunque poco in linea con le storie dei protagonisti, adeguatisi fin troppo al clima festivaliero.
Voto: 6
NOEMI - Se t’innamori muori
Il brano è firmato (tra gli altri) da Blanco e Mahmood, ed ha una vena fortemente sentimentale, con una melodia di ampio respiro. L’interpretazione della cantante romana alimenta l’emozione ma lascia anche la sensazione di trovarsi di fronte a un’artista sempre a buoni livelli, mai al punto tuttavia da lasciare davvero il segno.
Voto: 6,5
OLLY - Balorda nostalgia
Il look rimane approssimativo, e la canzone non ha poi molto di originale. Ma Olly compensa i difetti con una carica emotiva notevole, trasmettendo l’impressione di credere in ciò che canta. Che è cosa non da poco.
Voto: 6,5
COMA_COSE - Cuoricini
Freschi sposi, il bresciano Fausto Lama Zanardelli e la friulana Francesca Mesiano, vestiti da Valentino, completano la trasformazione da indie a mainstream con un tormentone ritmatissimo e pulsante, che miscela ironici cliché e sorprendenti verità («Un divano e due telefoni è la tomba dell’amore»). Il ritornello entra in testa e non ci esce più. Felicemente leggeri.
Voto: 7
MODÀ - Non ti dimentico
Il ricordo dell’amore che non si lascia travolgere dal suo tramonto. Lo stile dei Modà e il cantato di Kekko Silvestre sono tra gli elementi più riconoscibili in assoluto della canzone nazionale. Cosa che è allo stesso tempo un pregio e un limite. Pathos, enfasi e mestiere.
Voto: 6+
TONY EFFE - Damme ’na mano
Abbandonato il completo bianco e la cravatta, Tony Effe si presenta stavolta in versione più naturale, in pelle nera, a petto nudo e con tatuaggi in vista. Saccheggia alcune delle migliori melodie nazionali, ma il testo è spento, l’interpretazione sciatta e il ritmo da pensionato. Passi l’emozione della prima sera, ma alla seconda è impossibile salvarlo.
Voto: 5
IRAMA - Lentamente
Niente cappottone da graduato, stasera, per Irama: sceglie l’eleganza bizzarra e luccicante di un maglione che pare la tuta di uno schermidore, su pantalone classico nero. La sostanza musicale invece non cambia, affidata a un brano (firmato Blanco) dalla ritmica soffusa, reso con tratto appassionato e voce ad effetto. Ma che si fa dimenticare appena finito di ascoltarlo.
Voto: 6-
FRANCESCO GABBANI - Viva la vita
L’inno del carrarese, doppio vincitore di Sanremo (tra le Nuove Proposte nel 2016, tra i Big l’anno successivo), ha la stessa originalità del titolo, tanto a livello di liriche che di orchestrazione. Ma lui è un crooner dalla simpatia travolgente, che sa portare comunque a casa il risultato. Onorevole, nulla più.
Voto: 6+
GAIA - Chiamo io chiami tu
Chiamo io, chiami tu…alla fine domina l’incertezza. E il brano della cantante reggiano-brasileira non si libera da una certa confusione di fondo, anche perché la voce (bella, ma con poche sfumature) fatica a farsi strada tra esotici suoni dance.
Voto: 5.5
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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