Sanremo 2025, le pagelle della seconda serata
![Elodie - Foto Ansa/Fabio Frustaci © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1h7nvod0tfegnv292mx/0/elodie.webp?f=16%3A9&w=826)
Seconda serata di Sanremo 75, annunciata come più variegata rispetto alla prima. Infatti, dopo la maratona della prima giornata, con i 29 Big tutti in gara, oggi c’è una vetrina iniziale dedicata alle Nuove proposte (Alex Wyse, Vale LP e Lil Jolie, Maria Tomba, Settembre), presentata da Alessandro Cattelan, e poi l’esibizione di 15 tra i Campioni.
Nella scaletta d’occasione, curiosamente saranno una dopo l’altro Giorgia e Achille Lauro, due tra i favoriti della vigilia, che all’esordio hanno confermato di essere pronti per una sfida all’ultimo voto.
Non ci saranno bresciani, sul palco dell’Ariston, ma sono molti gli ospiti, con Damiano David dei Måneskin impegnato in un omaggio a Lucio Dalla. E poi, tra gli altri, Bianca Balti, Cristiano Malgioglio, Pilar Fogliati, Carolina Kostner.
ROCCO HUNT - Mille vote ancora
Il trentenne Rocco Pagliarulo, «anima buona in un mondo cattivo», è partito dal rap puro, ma si inserisce bene nella tradizione partenopea con un brano pop, tra parlato e cantato, che parla di nostalgia e che anche al secondo ascolto conferma la buona vena del cantautore salernitano.
Voto: 7-
ELODIE - Dimenticarsi alle 7
Un amore che finisce troppo presto, e infatti all’alba è già pronto ad essere dimenticato: è un brano molto sanremese quello proposto da Elodie (stasera in abito rosso piumato dopo l’argento essenziale di ieri). C’è un passaggio in cui riecheggia l’Adele bondiana di «Skyfall», ma lo svolgimento sceglie quasi sempre i mezzi toni, evitando gli acuti. Brava e bella, l'interprete romana, eppure quasi frenata.
Voto: 7-
LUCIO CORSI - Volevo essere un duro
![Lucio Corsi durante la seconda serata - Foto Ansa/Ettore Ferrari © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1h7o86og57dnh3n2d2o/0/lucio-corsi-durante-la-seconda-serata.webp?f=16%3A9&w=800)
È stato la vera sorpresa (soprattutto per chi ancora non lo conosceva) della prima serata, con una ballad entrata nella cinquina dei preferiti dalla stampa specializzata. Il look è nuovamente curioso, ma meno bizzarro che all’esordio, con il menestrello di Vetulonia che canta con tratto più sicuro la voglia di normalità di un ragazzo dal cuore tenero.
Voto: 7+
THE KOLORS - Tu con chi fai l’amore
I tormentoni non mancano mai, a Sanremo. Pensiamo che possa durare di più nel tempo quello dei Coma_Cose (non è questione di campanilismo, ma di qualità), eppure anche «Tu con chi fai l’amore» della band napoletana ha qualche chances di imporsi e durare almeno fino alla prossima estate. Con debiti evidenti nei confronti di Amanda Lear e della sua «Tomorrow», fanno ballare, con leggerezza.
Voto in fotocopia: 6,5
SERENA BRANCALE - Anema e core
Il titolo della canzone, decisamente impegnativo, promette molto. La pugliese Brancale si impegna per esserne all’altezza, ma la sua performance dal cuore latino non lascia il segno come vorrebbe.
Voto: 6
FEDEZ - Battito
Veste ancora total black, lenti comprese, ma stavolta è più sportivo. Resta anche l’altissima concentrazione nell’eseguire una canzone che è molto personale. Che canta con più scioltezza rispetto a ieri, meritandosi di conseguenza un riconoscimento più alto.
Voto: 7
FRANCESCA MICHIELIN - Fango in paradiso
Nella prima serata era incappata in una falsa partenza che ne aveva in parte compromesso il giudizio. Stavolta non ci sono problemi, pianto finale a parte, ma canzone e interpretazione (comunque intensa) non paiono all’altezza di quanto la Michielin aveva mostrato, in passato, di poter essere.
Voto: 6 (di stima)
SIMONE CRISTICCHI - Quando sarai piccola
Con un abito bizzarramente floreale, indossato peraltro alla grande, il cantastorie romano racconta una storia in cui i figli si prendono cura dei genitori, invertendo i ruoli naturali di partenza. Il testo è il più bello di tutti quelli in gara; il cantato cantilenante come nelle corde (e nei limiti vocali) di Cristicchi; lo stile magistralmente antiretorico e, allo stesso tempo, appassionato. Commovente.
Voto: 7,5
MARCELLA BELLA - Pelle diamante
Sono decisamente lontani i tempi di «Montagne verdi», con cui incantò Sanremo da ventenne, nel 1972. E in «Pelle diamante» c’è fin troppa musica, per supportare una voce che ha smarrito per strada buona parte della sua potenza e non fa più la differenza. Ma è combattiva, e il suo pezzo, a cui pure difetta originalità a livello armonico, è comunque il più caratterizzato in chiave femminile di tutta la rassegna.
Voto: 6
BRESH - La tana del granchio
Una canzone salata come il mare di Genova che l’ha ispirata. Nella prima parte (la migliore) ammicca a Samuele Bersani, nel ritornello indulge invece un po' troppo ad autotune e riverberi, omologandosi a tanti (troppi) suoni contemporanei.
Voto: 6+
ACHILLE LAURO - Incoscienti giovani
Dal completo da lord inglese al gessato bianco con tanto di mantello sulle spalle, non cambia l’eleganza dello spiazzante artista romano-veronese. Né la forza del suo brano, che ha un arrangiamento di grande respiro, anche se l’interpretazione è leggermente più scomposta che nella prima serata. Si conferma tra i favoriti per la vittoria finale.
Voto: 8-
GIORGIA - La cura per me
Arriva subito dopo uno dei suoi concorrenti più agguerriti per il titolo, confermando un look più arrembante rispetto a quello su cui ha costruito la sua immagine nel tempo. La canzone scritta da Blanco e Michelangelo resta non memorabile (pur con un arrangiamento notevole), ma cresce a questo secondo ascolto, grazie alla classe, alla pulizia di canto e all’intensità che l’artista romana sa mettere in ogni sua interpretazione. E cresce di conseguenza anche il punteggio.
Voto: 7,5
RKOMI - Il ritmo delle cose
Non troppo fantasioso nel vestirsi (ieri a petto nudo su completo bianco, oggi a petto nudo su completo nero), adegua il proprio hip hop all’atmosfera sanremese. Rimanendo concentrato, nonostante Cristiano Malgioglio in (improbabile) versione da presentatore di supporto faccia di tutto per innervosirlo. Più pop che rap, alla fine, senza particolari guizzi e con un ritmo quasi da pensionati, come evidentemente sono i due (bravi) ballerini in scena con l’artista milanese.
Voto: 6
ROSE VILLAIN - Fuorilegge
Il capello rimane azzurro, ma la frangetta civettuola lascia il posto a una scriminatura laterale che ricorda un poco Anna Oxa. Alla quale un poco ammicca (sul piano estetico) Rose Villain, cantando una storia di fuorilegge alla Bonnie & Clide. Funziona la contaminazione tra elettronica e melodia, anche se la voce della cantante milanese (Rosa Luini, all’anagrafe), pur ricca di sfumature, non fa la differenza. Comunque energica.
Voto: 6,5
WILLIE PEYOTE - Grazie ma no grazie
![Willie Peyote - Foto Ansa/Fabio Frustaci © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1h7r8017lbzcf28o56r/0/willie-peyote.webp?f=16%3A9&w=800)
Dovrebbe essere un pesce fuor d’acqua, nel mare mainstream sanremese, essendo magari più tipo da Tenco. E invece, pur ribadendo «Grazie ma no grazie» il (quasi) quarantenne torinese ci sguazza da campione, in quel mare, portando in dote il suo rap brasileiro, ironico e divertente. Canzone intelligente, performance di rango.
Voto: 7+
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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