Radio Bresciasette compie 47 anni: la festa
Tanti auguri Radio Bresciasette. L’emittente radiofonica del gruppo Editoriale Bresciana spegne 47 candeline «e i compleanni vanno festeggiati tra amici con cui si è condiviso momenti importanti» sottolinea la direttrice artistica Maddalena Damini. E di amici in Areadocks, dove è in corso stasera la festa, ce ne sono tanti: dalle voci della radio ai protagonisti della vita sociale, politica e culturale bresciana. Impossibile elencarli tutti, ma si possono vedere ritratti nella fotogallery di Umberto Favretto, fotografo dell’agenzia New Reporter.
«Era il 14 febbraio del 1977 – ricorda Damini – quando l’avventura delle radio private era appena cominciata: Radio Bresciasette è stata una delle prime. Da allora cerchiamo di raccontare un territorio con tanti amici, molti dei quali sono qui, ogni giorno per tante ore di diretta». Prosegue Damini: «Per me la radio è fondamentale: mi ha dato libertà, emancipazione. L’orgoglio più grande è raccontare il mio mondo, dando voce ai nostri ascoltatori».
Un saluto arriva anche dal presidente di Editoriale Bresciana, Pierpaolo Camadini. «La radio è la nostra primogenita – ricorda –, ma è ancora una ragazzina, perché in grado di esprimere una potenzialità enorme: è lo strumento per essere nella quotidianità delle persone, e quindi ha un posto molto significativo nelle nostre strategie».
La pensa così anche il presidente di Teletutto e Radio Bresciasette, Giovanni Nulli: «La radio è uno strumento antico, se volgiamo, dal punto di vista tecnologico, ma nonostante ciò è forse l’unico che può fare vera presa sulle giovani generazioni, che sono il più grosso problema per un editore. Che dire, 47 anni passati alla grande, per i prossimi 47 saremo ancora più grandi».
Infine la direttrice del Giornale di Brescia e Teletutto Nunzia Vallini: «La radio è la più piccola tra i nostri mezzi di informazione ma è la più veloce. Ci ha consentito tantissime sperimentazioni, come i radiogiornali inseriti nel palinsesto tv e una redazione multimediale integrata unica in Italia che produce contributi per tutti i mezzi. Può andare là dove l’immagine non può entrare, come per esempio il laboratorio fatto in carcere. Quelle della radio sono specificità straordinarie – conclude Vallini – che messe al servizio di un ecosistema più ampio riescono a fare la differenza».
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