Musica

L’unica tappa italiana degli Exodus è a Brescia

Enrico Danesi
Lunedì uno dei concerti più attesi della Festa Radio. Nella serata metal anche Razgate e Insanity Alert prima della band di San Francisco
Gli Exodus: la band si è formata nel 1980 in California, è considerata una delle più importanti del genere thrash metal - Foto tratta da Instagram
Gli Exodus: la band si è formata nel 1980 in California, è considerata una delle più importanti del genere thrash metal - Foto tratta da Instagram
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Dopo la scorpacciata di dub, reggae e patchanka previsti per la domenica antagonista, lunedì va in scena una delle serate più attese della XXXII edizione di Festa Radio, totalmente all’insegna del metal, dove il clou è rappresentato dagli americani Exodus, impegnati nell’unica esibizione italiana del pur fittissimo tour estivo europeo. Una curiosità: nella locandina pubblicata su Instragram con l’elenco delle date europee la loro presenza in città è annunciata a «Crescia», una svista che si faranno perdonare.

Il concerto 

In via Serenissima, domani si accede dalle 19, da subito con sottoscrizione di 15 euro: prima degli headliner, c’è una doppia apertura, che comincerà intorno alle 20.45 e vedrà quali protagonisti i toscani Razgate (quartetto senese in pista dal 2013) e gli austriaci Insanity Alert, anch’essi nati negli anni ‘10 del XXI secolo, che dalla vicina Innsbruck fanno frequenti incursioni musicali nelle regioni settentrionali del Belpaese.

Dopo 8 anni 

All’ombra del Gatto Nero, l’attesa per la band di San Francisco - attiva dal 1980, e risorta dalle proprie ceneri dopo il periodo buio di fine ‘900, quello che ha visto il declino perlopiù irreversibile di non poche band dedite al genere - dura addirittura dal 2016: allora l’acqua (battente) vinse sul metallo, e il concerto programmato dal direttore artistico Luciano Taffurelli fu annullato a causa del violento nubifragio che inondò l’area di via Serenissima.

Tra le curiosità da soddisfare, rispetto agli Exodus, ci sarà pure quella di verificare se è tuttora riscontrabile una caratteristica attribuita da sempre al sodalizio formato da Gary Holt e Lee Altus (chitarre), Tom Hunting (batteria), Steve «Zetro» Souza (voce), Jack Gibson (basso): quella di essere polo attrattivo per un pubblico eterogeneo, con la capacità di pescare in abbondanza anche fuori dal circuito thrash metal (ovvero da quel territorio crossover dove la potenza di fuoco e la ieraticità dell’heavy metal classico si incontrano con l’essenzialità e la rapidità di esecuzione dell’hardcore punk), di cui sono tra gli esponenti più acclamati a livello planetario.

Di sicuro - nonostante siano passati 44 anni dalla loro fondazione e siano 12 gli album realizzati in studio, tra cui vanno segnalati quantomeno il seminale disco d’esordio Bonded by Blood del 1985 e l’ultimo, Persona Non Grata, un successone nel 2021 - i cinque californiani conservano l’entusiasmo giusto, percepibile nelle asserzioni con cui lo storico chitarrista Gary Holt (in line-up dal 1981 e da tempo leader indiscusso del gruppo) aveva accompagnato l’annuncio della tournée in corso: «Come band, sono molto grato per le esperienze vissute. Ho visto un sacco di cose in giro per il mondo e siamo ancora un gruppo che si ama, si sostiene a vicenda e a cui piace davvero passare del tempo insieme, anche giù dal palco. Io sono il più grande fan di questa band. Scriviamo canzoni pensate per farci sentire carichi, ecco perché siamo ancora così... heavy!».

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