La «Realtà aumentata» dei Subsonica alla Festa di Radio Onda d’Urto
Con il solito «concertone» trascinante, dall’attitudine fortemente dance, i Subsonica regalano una serata piena di ritmo e di vibrazioni positive al popolo antagonista (e non solo), nella giornata che ricorda Giulia Minola, giovane vittima al Love Parade di Duisburg nel 2010, che del gruppo torinese era grande fan.
Di casa a Festa di Radio Onda d’Urto, dove sono approdati in parecchie occasioni («Da decenni la Radio ci garantisce spazi di libertà impagabili, un posto dove respirare aria buona», dice a un certo punto il chitarrista e produttore Max Casacci), Samuel & Co. non tradiscono le attese, né in termini di qualità, né sul versante del pubblico.
A occhio, la folla che si accalca intorno al palco principale dell’area di via Serenissima, pare di poco inferiore a quella accorsa con Gemitaiz; per cui dovremmo gravitare intorno ai 6.000 spettatori; ma la composizione è decisamente più eterogenea rispetto al live del rapper romano, meno «specializzata», e al contempo rappresenta senz’altro più fasce d’età, visto che abbondano quarantenni, cinquantenni (e oltre), non meno scatenati rispetto ai più giovani.
I cinque sodali in scena (Samuel, Casacci, Boosta, Vicio e Ninja), pur sempre pronti all’avventura individuale che coltivano attraverso i numerosi progetti solisti, sono tornati a pieno regime ai felici compromessi della dimensione collettiva con notevole energia: una carica riversata una volta di più in uno show di quasi due ore, che corre sul filo di canzoni di età differente, frullate con criterio emozionale, puntellate qua e là da intuizioni non scontate.
«Realtà aumentata»
A far la parte del leone nel presente «La Bolla Tour» è peraltro «Realtà aumentata», l’ultimo album realizzato (il decimo in studio, pubblicato lo scorso gennaio), del quale brillano diverse tracce, tipo «Cani umani», «Mattino di luce» e «Pugno di sabbia» (spese in apertura), oppure «Grandine», che arriva più tardi e precede la profondità di senso di «Universo», dedicata proprio a Giulia, forse perché contiene versi pacificanti come questi: «Chissà se mai, se prima o poi/Tra il brulicare della gente/Se incontrerai la pace che/La vita ti ha negato sempre/Se finirà la guerra in te/Il freddo attrito con il mondo/Se capirai che il mio universo oggi sei tu».
Ma ci sono, ovviamente, canzoni meno nuove, cariche di anni eppure con la magis intatta, da «Veleno» alle derive oniriche di «Aurora sogna», da «Il centro della fiamma» alle atmosfere rarefatte di «Giungla Nord» («La scrivemmo quando ci innamorammo del jungle», ricorda il frontman), dall’irresistibile pop elettronico di «Discolabirinto» all’empatia di «Istrice». E c’è, come previsto, l’intermezzo travolgente, ad alto tasso di hip hop, che coinvolge lo special guest Ensi, protagonista di un trittico da urlo: «Scoppia la bolla» (singolo dell’ultimo ellepì a cui il rapper piemontese ha prestato la voce), la sua «Numero Uno» e «Aspettando il sole», gemma di Neffa che i Subsonica propongono sovente nei loro spettacoli.
Il finale
Il finale è un concentrato di sensazioni diverse: c’è l’impegno di «Nessuna colpa» (altra canzone contenuta in «Realtà aumentata»), l’invito a ballare tutti insieme lanciato attraverso «Diluvio» e «Lazzaro», quindi l’abbagliante sensualità olfattiva di «L’odore» e l’indomita resistenza di «Tutti i miei sbagli». Prima di concludere con la magnifica «Strade» («Parla di tutte le strade che ci hanno portato qui, e che lo faranno ancora», chiosa Samuel), mix di dolcezza e rimpianto che sigilla il live, e spedisce chi ancora non ne ha abbastanza di musica, ai palchi minori della festa, dove si può tirar nottata.
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