Joan Thiele a Sanremo: «In “Eco” sono io al 100%, senza compromessi»
Glam rock e spaghetti western, ma anche una canzone d’amore. Non d’amore romantico: d’amore fraterno. Joan Thiele – artista originaria di Desenzano del Garda che ha esordito martedì 11 febbraio al Festival di Sanremo 2025 con «Eco» – si è presentata al grande pubblico italiano dopo dieci anni di carriera discografica che sembrerebbe indie, anche se indie nei fatti non è (ha perfino vinto un David di Donatello, tra le altre cose). Forse il fatto che agli esordi cantasse in inglese l’ha tenuta lontano dai riflettori più pop, ma l’importante è esserci arrivata con i propri tempi, dice lei.
«Eco» è un po’ la summa del suo percorso. Un percorso perlopiù milanese, che però ha una pietra miliare bresciana: ancora semi-sconosciuta, Thiele si imbatté nell’allora direttrice del carcere di Canton Mombello, Francesca Gioieni, che dopo averla sentita la portò a suonare davanti ai detenuti. «Fu emotivamente molto forte, avevo vent’anni. Fu un’esperienza importante».
I propri tempi
«La paura a volte porta ad autoboicottarsi», ha svelato. «Anch’io ho avuto periodi in cui mi sono immobilizzata. Ma fa parte del mio percorso e lo dico anche nel pezzo. Bisogna riconoscere i propri lati, le proprie insicurezze. Solo conoscendole ci si può muovere in avanti. Ognuno ha il proprio percorso artistico. Uno, cinque, dieci anni, non importa: importa ciò che una persona vuole raccontare. Io lo faccio da dieci anni e da dieci anni ci credo. Voglio fare questo».
Oggi, dunque, è a Sanremo. «Mai l’avrei immaginato. Solo negli ultimi anni ho iniziato a scrivere in italiano cercando lì il mio suono. Quindi è un onore poter portare la mia musica qui». Una musica che ha forti riferimenti ai suoni del passato. «Colonne sonore, musica che mi piace, grandissime artiste e artisti… C’è anche un po’ di Tarantino. Mi piaceva l’idea di fare un piccolo omaggio, un riferimento a quel mondo. La chitarra elettrica mi ricorda molto la mia adolescenza, quando ho iniziato a fare questo lavoro, che partì come passione. La chitarra rappresenta la libertà».
Il grande pubblico
Il brano, ci dice, è perfetto per presentarla al grande pubblico. «Mi piaceva l’idea di raccontarmi con qualcosa che mi rappresentasse al 100%. È un brano che non contiene alcun tipo di compromesso. Non è una canzone scritta con intenti discografici, ma fatta col cuore. È solo un valore aggiunto portarla su un palco così importante».
Con un look altrettanto importante, aggiungiamo: Chanel non aveva mai vestito prima un artista o un’artista in gara. «Per me vestiti e moda sono un prolungamento della personalità. Ciò che indosso racconta qualcosa in più sul palco. Racconta un immaginario».
La dedica al fratello
«Eco», già l’aveva detto, è una canzone dedicata a suo fratello. «È una canzone d’amore per lui. Racconta la nostra storia in una famiglia emotivamente complessa. Voglio mettere un punto, affrontare i problemim che sono i problemi che può avere qualsiasi famiglia. Noi abbiamo due padri diversi e siamo cresciuti in contesti familiari differenti. Il brano è un augurio a lui e a me: si può affrontare la paura senza sentirsi necessariamente di serie B o di serie A. La famiglia è una. È amore. A volte la scegli. Io ho avuto la fortuna di avere una madre stupenda che ci ha dato tanto amore. E poi tante donne incredibili attorno a me, a partire da zia Guia e da mia nonna napoletana salita a Milano, fino a una persona che è qui in sala stampa, che mi ha insegnato tanto: la mia babysitter e vicina di casa, oggi giornalista, Cecilia Ermini, che mi ha fatto scoprire i Led Zeppelin quando vivevamo a Desenzano. La famiglia è fatta di incontri: si allarga».
Il duetto con Frah Quintale
Per la serata delle cover di venerdì Thiele ha scelto un brano di Gino Paoli, «king assoluto», e porterà con lei sul palco un altro bresciano, Frah Quintale.
«“Che cosa c’è” è una canzone d’amore, che è una delle cose più complesse da scrivere. Io non so se ci sono mai riuscita. Credo ci sia molto bisogno d’amore in questo periodo. Lo porto con Frah Quintale, artista che stimo molto e che fa parte del mio quotidiano, della mia scena. Mi piaceva l’idea di portare sul palco qualcuno che vivo quotidianamente».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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