Musica

Jack Savoretti e James Blake al Vittoriale tra pop-rock ed elettronica

Enrico Danesi
Sentimenti e «nostranità» dell’italo-britannico, e poi la sperimentazione ipnotica con emozione del londinese si sono alternati sul palco di Gardone Riviera domenica e lunedì sera
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
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  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
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  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
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  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
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  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
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    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
  • Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente
    Jack Savoretti sul palco del Vittoriale per Tener-a-mente - Foto New Reporter Marazzani © www.giornaledibrescia.it
AA

Prima il pop-rock spumeggiante di Jack Savoretti, poi la strabiliante miscela di ballads eteree ed elettronica di James Blake: con due espressioni artistiche profondamente differenti, la Gran Bretagna sonora è stata protagonista per due serate consecutive al Vittoriale, pieno domenica, con qualche posto vuoto lunedì.

Jack Savoretti l’italiano

Oltre al sold out, Jack Savoretti ha voluto fare (bene)… l’italiano. Il cantautore, nato in Gran Bretagna da madre inglese e padre ligure, aveva già dato un assaggio della sua passione (e predisposizione) per il nostro idioma nel live gardesano del 2017. Allora si era limitato ad accenni, suggellati dall’interpretazione della battistiana «Ancora tu», mentre l’altra sera – sotto un cielo plumbeo di marca British – ha sfoderato un live con parecchi capitoli in italiano, accostati a hit inglesi accumulate nel corso di una solida carriera internazionale. C’era l’album tricolore «Miss Italia» da promuovere e Savoretti non s’è fatto pregare, introducendo con aneddotica personale canzoni dai richiami intimi e familiari. A partire dall’unica che è riuscito a far ascoltare al genitore, Guido, scomparso nel 2021: si tratta dell’acustica «Come posso raccontare», di cui ha detto che «è poco ‘professional’… ma ci tengo molto», ed è un concentrato di elementi nostrani che evocano patria e nostalgia. D’altra parte, come ricordava, «io ho sostituito papà come portabandiera dell’italianità in famiglia». Per poi aggiungere: «Che luogo meraviglioso, il Vittoriale: forse a voi, vivendo in Italia, sembrerà normale, ma posso assicurarvi che posti del genere in giro non se ne trovano».

Italia e Regno Unito come due facce di una stessa medaglia, per cui a brani come «Non ho capito niente», «Ultime parole» o «Malinconia» facevano da contrappunto «Greatest Mistake», «We Are Bound», «Candlelight» o la trascinante «Knock Knock». Ma con la partecipazione, a voce e chitarra, di un amico «inglese con il cuore italiano» del calibro di Miles Kane (notevole esponente del rock alternativo made in UK), mescolava ulteriormente le due anime, shakerando le lingue nello stesso pezzo, come nell’irresistibile «Bada Bing, Bada Boom» o recuperando «Io che non vivo senza te/You Don’t Have To Say You Love Me», mirabolante invenzione di Pino Donaggio del 1962, «una canzone – spiegava – conosciuta in tutto il mondo, anche se quasi nessuno sa che l’originale è italiano». Noi lo sappiamo, e abbiamo apprezzato la versione meticcia, al pari del sentimento che Savoretti ci ha messo, costante in tutto il concerto. Con quella voce graffiata che a tratti ricorda Cocciante, con l’empatia naturale verso il pubblico e un’attitudine stilosa ma fresca, Jack l’italiano ha fatto centro un’altra volta.

Il live ipnotico di James Blake

Non c’era il tutto esaurito, ieri sera, per James Blake: poco più di 1300 i presenti. Che hanno assistito a una performance ipnotica e diversificata, con picchi emotivi straordinari, incentrata sulla singolare quanto sperimentale combinazione tra una voce che sa essere profonda e angelica allo stesso tempo e l’elettronica, generata da una strumentazione composita, che l’artista londinese, classe 1988, gestiva con l’ausilio di due compagni di palco.

In principio erano brani della casa, come «Loading», «Mile High» e «Life Round Here», ovvero creazioni altrui tipo «Limit To UpYour Love» della canadese Feist, in cui l’elemento dissonante interviene all’improvviso a stravolgere il ritmo prima che si adagi su loop sognanti e reiterati. Poi un intermezzo di magia pura, tutto canto celestiale e cangiante, con l’associazione tra cover strepitose di due grandi pezzi, diversissimi tra loro, come il r&b «Hope She’ll Be Happier» di Bill Whiters e l’art rock «No Surprises» dei Radiohead.

E si proseguiva ora su una strada, ora sull’altra, con perle autografe («Thrown Around», «Tell Me», «Retrograde») e standard inebrianti come «Godspeed» di Frank Ocean, «Never Dreamed You’d Leave in Summer» di Stevie Wonder, «A Case of You» di Joni Mitchell. «Una notte speciale», ha sussurrato Blake ringraziando il pubblico: sottoscriviamo in pieno. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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