Cattelan non lo dice, ma prenota il palco dell’Ariston per il 2027

Lui smentisce («La conduzione del Festival nel futuro non è l’obiettivo con cui sono venuto a Sanremo» dice in conferenza stampa, e poi aggiunge: «Se poi succede, è bellissimo») ma gli occhi sono tutti puntati su di lui. Alessandro Cattelan, co-conduttore con Alessia Marcuzzi dell’ultima puntata della kermesse, si muove spigliato accanto a Carlo Conti. Elegante in smoking bianco con revers in strass, preparato, ironico... sembra prendere le misure del palco. Due anni passano veloci…
Certo, prendere il testimone non è semplice. Conti è una macchina da guerra (in conferenza stampa qualcuno lo chiama «conducator», l’appellativo di Ceausescu) e sotto la sua guida il festival già ribattezzato «della restaurazione», ha raccolto ascolti record (12,2 milioni di spettatori e 65,4% di share di media nelle prime quattro serate, numeri impressionanti anche se da quest’anno comprendono pure chi segue in diretta su pc, smartphone e tablet), e senza «monologhi divisivi» ha messo d’accordo tutti («racconto collettivo e non di conflitto» per l’ad della Rai Giampaolo Rossi). Archiviato anche il caso della collana proibita a Tony Effe, ieri sul palco con una pippa che metà bastava. Il Codacons annuncia ricorso contro lui e la Rai per promozione di marchi in diretta, ma super-Carlo non si fa intimorire, passa oltre.
Anche sul palco

L’occhio all’orologio, la gara procede rapida. E mentre i concorrenti sfilano uno dopo l’altro c’è solo il tempo per consegnare il premio alla carriera ad Antonello Venditti («È un omaggio alla mia storia artistica che non si conclude oggi e che guarda soprattutto al domani» commenta il 75enne artista romano), e per commuoversi con Edoardo Bove, il 22enne centrocampista della Fiorentina finito in rianimazione dopo un malore in campo. Gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo, che gli impedisce di giocare in serie A e in Nazionale.
Peccato per gli altri ospiti, Alberto Angela e Vanessa Scalera, costretti a veloci incursioni (il «dai, dai, dai...» del conduttore è entrato nel linguaggio comune) per promuovere i loro programmi Rai, rispettivamente lo speciale Ulisse sui luoghi di Montalbano e la nuova serie di «Imma Tataranni». Il giornalista scientifico ha solo il tempo per ricordare le "sue" canzone di Sanremo: «Vita spericolata di Vasco Rossi, avevo 21 anni e un po’ di vita spericolata l’ho fatta anche io... E Terra promessa di Eros: ragazzi, abbiate fiducia nel futuro».
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