Festa di Radio Onda d’Urto, in 3.000 per Big Mama
Si stupisce per la quantità di pubblico (circa 3.000 persone, in partenza) accorso per lei, Big Mama. Ma altro se ne aggiunge nel corso del concerto, attirato da un sound accattivante e dalla simpatia sguaiatamente trash dell’artista campana, capace di tenere il palco con mestiere, a dispetto della giovane età e di una carriera appena iniziata. Il limite è forse una produzione al momento ancora troppo esigua; ma, con due opener a precederla, la cosa non ha creato problemi.
La serata
La penultima serata della XXXII Festa di Radio Onda d’Urto è stata articolata e parecchio varia, sul piano musicale, perché nel cartellone principale – oltre a Big Mama – c’erano Romina Falconi e Leon Faun, che in comune tra loro hanno giusto l’origine romana, ma fanno cose completamente diverse, anche se manifestano entrambi un tratto fortemente appassionato.
Che la Falconi, con la sua morbida sensualità, esalta poi attraverso un repertorio da cantautrice irriverente ma verace, provvista di un romanticismo maliziosamente contemporaneo e molto personale; mentre l’attor-cantante (egualmente a suo agio sul palco come sul set) lo restituisce con modalità urban, rap che non rinuncia praticamente mai alla melodia, presente in quasi tutte le sue canzoni.
A Sanremo, dove quest’anno era in concorso (dopo aver duettato con Elodie nella serata cover della scorsa edizione), la ventiquattrenne cantante e autrice avellinese Big Mama (Marianna Mammone, all’anagrafe di San Michele di Serino) si è piazzata soltanto ventiduesima (su trenta) con «La rabbia non ti basta»; eppure la sua è stata tra le (poche) esibizioni che davvero si ricordino del calderone festivaliero, anche per l’energia con cui ha interpretato il pezzo e per il messaggio positivamente inclusivo con cui l’ha accompagnato.
C’è poi da dire che ha saputo sfruttare al meglio la vetrina dell’Ariston, ottenendo successive conduzioni in Rai (in occasione del Concertone del Primo Maggio), pubblicando l’autobiografia «Cento occhi» e vincendo il prestigioso Premio Lunezia per il valore musical-letterario di «Veleno», una delle dodici tracce che compongono il suo album d’esordio, «Sangue».
Il concerto
Disco che (ovviamente) ha costituito l’ossatura di un live dichiaratamente rap, ma con evidenti venature da pop internazionale, in particolare in singoli come «Cento occhi» (titolo che ricorre spesso, nella storia di Big Mama), «Malocchio» o «Sangue», che nonostante parli di esempi mancati, lacrime strappate e cattiveria gratuita non rinuncia a cercare il buono.
Di cui è pieno «La rabbia non ti basta», con l’invito a credere in sé e a non mollare, dedicato al Marianna bambina. È una ballata pop «Ragazzina», seppur cantata a velocità impensabili per il genere: impossibile negarlo, funziona. Ed è credibile, la performer avellinese, anche quando propone (inveendo contro la censura) la sua personale versione (vietata ai minori) di «Lady Marmalade», la esplicita «Touchdown» o urla «Mani» di Inoki coinvolgendo il pubblico per il ritornello.
Buon ritmo, intensità e interlocuzione felice con la platea, che mostra di gradire, rispondendo con entusiasmo alle sollecitazioni: la ragazza ha stoffa.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.