Musica

Festa della Musica, dal palco la proposta punk di matrimonio

La Redazione Web
Fuori onda sul palco dei Monica May, il cantante e batterista chiede alla sua fidanzata di sposarlo
Giada Scatena e, in ginocchio, Luigi Cilla © www.giornaledibrescia.it
Giada Scatena e, in ginocchio, Luigi Cilla © www.giornaledibrescia.it
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«To the end, to the end, I’ll journey to the end…». «Fino alla fine, fino alla fine, viaggerò fino alla fine…». Il brano è dei Rancid, band punk rock, ma l’interpretazione ieri sera era dei Monica May. Che hanno reso la canzone indimenticabile, sia per il pubblico che per una persona in platea in particolare. Giada Scatena era lì – durante la Festa della Musica - per ascoltare il suo ragazzo, Luigi Cilla, batterista e cantante che con Becca (Damiano Beccalossi) e Come (Fabio Comenzoli) forma il gruppo bresciano nato nella primavera del 2023 per cantare punk rock italiano dalle sonorità anni Novanta/Duemila. Cilla è di Termoli e lavora come professore a Leno. La cover (l’unica della loro esibizione) nascondeva un segreto: Luigi era pronto per inginocchiarsi davanti a Giada.

Insieme da dieci anni

Cornice di questa proposta di matrimonio così particolare è stato il palco allestito in piazza Arturo Benedetti Michelangeli. Erano le 22.30 circa e Cilla era già un’oretta che fremeva. «La mia ragazza si imbarazza facilmente, perché non metterla ancora più in imbarazzo?», ha sorriso prima di salire sul palco, svelandoci il suo piano. «Stiamo insieme da dieci anni circa, lei non sa nulla e non credo che se lo aspetti. Conviviamo e non parliamo mai di matrimonio. Non è prioritario. Stiamo bene così». Lui comunque il passo lo vuole fare: ecco perché ha scelto la Festa della Musica per fare la sua proposta. «I ragazzi della band lo sanno. Ci siamo organizzati con una scaletta normale, dopodiché abbiamo pensato alla cover. Durante l’esecuzione ci sarà un siparietto. Io uscirò da dietro la batteria. Giada è artista (scultrice e pittrice). Ci ha disegnato il Pierrot del logo, quindi chiamerò per ringraziarla. E dato che siamo lì…». Dato che erano lì, lui si è inginocchiato, in nome della musica e dei dieci anni d’amore. «Sì», ha risposto lei, coprendo quel «sì» con il grande logo: aveva ragione Luigi, la timidezza e l’imbarazzo c’erano, ma anche tanta tenerezza.

«Ci sono anche alcuni nostri amici», ci aveva detto Luigi. «Nel caso in cui le avessero ceduto le ginocchia!». E se avesse detto di no? «Avrei iniziato a farle pagare l’affitto!».

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