Musica

Dellino Farmer tra rap, folk e dance: «Sono io il Re Belòt»

Marco Zanetti
L’«agro-rapper» di Manerbio ieri ha spiegato a Radio Bresciasette la genesi del nuovo lavoro, il decimo album in carriera dal titolo «Le avventure di Re Belòt»
  • Dellino Farmer a Radio Bresciasette
    Dellino Farmer a Radio Bresciasette - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
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Ospite al «Magazine» di Maddalena Damini negli studi di Radio BresciaSette, ieri Dellino Farmer si è raccontato e ha parlato del suo decimo album in carriera «Le avventure di Re Belòt», uscito da poco. E sul nome scelto ci si può giocare. Da un lato l’ultimo termine è scomponibile per formare l’idea di un «Re Belòt», peraltro ripreso dallo stesso cantautore in copertina, immortalato nei pressi della pieve della Formigola di Corticelle con corona in testa, mantello sulle spalle, gufo di palude sul braccio e forca impugnata a mo’ di scettro. Volendo coglierne l’essenza letterale, corrisponde in dialetto alla personificazione della confusione.

«L’ispirazione per il titolo mi è arrivata dalla mia compagna Elisa – svela il cantautore –. Ci stavo pensando dopo la partecipazione al teatro-canzone dedicato a Fantozzi con il simpatico riadattamento di “Re Carlo torna dalla battaglia di Poitiers”. Volevo far arrivare il messaggio che, al giorno d’oggi, domina un gran “casino”... in tutti i sensi». Che si ripercuote per certi versi nelle scelte stilistiche dello stesso artista: abbonato in carriera al rap («abbracciato sulla scia di Jovanotti, Articolo 31, quindi Eminem e i francesi Le Brigade e coltivato poi ai concerti nel sottobosco culturale italiano del genere»), la recente pubblicazione contiene infatti diverse influenze e collaborazioni con colleghi. «Ho aggiunto varianti rock, folk e dance, per un approccio più ampio – specifica il “gnaro” di Manerbio, in attività da 18 anni –. Insomma, anch’io ho fatto un po’ di confusione (ride, ndr)».

Ciò nonostante, l’amato mondo rurale da cui proviene e intrinseco nel Dna non è trascurato: basti evocare la nuova «Non ti dimenticherò mais» contenuta nel cd – disponibile per ora sui banchetti dei live e solo prossimamente acquistabile online – per averne una riprova. Al contempo, tra inediti pezzi storici, il dialetto, linguaggio del territorio, rimane un caposaldo per lanciare messaggi in riferimento alla campagna («più vivibile e meno pericolosa delle città») con annessi valori, rintracciabili ne «La scuola di agraria», che il perfomer dedica agli studenti, ricordando inoltre la partecipazione di Dellino al laboratorio di ortoterapia dell’associazione Tilt.

Parlando allora di studi, l’agro-rapper dice di essere alle prese con l’università, facoltà di Psicologia: «Mi ha sempre affascinato», motiva. Senza tralasciare le esibizioni live per la provincia con la Bio Band: eccolo domenica 9 giugno a Manerbio per la festa dell’oratorio, quindi il 15 giugno a Vallio Terme, a Nuvolento il 23 giugno, successivamente in apertura ai Gem Boy per il Rovato rock festival il 13 luglio, e il 21 luglio a Chiari. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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