Il menestrello Branduardi incanta il Clerici «senza autotune»
È partito lunedì sera da Brescia il nuovo tour «Il Cantico» di Angelo Branduardi. Ispirato e realizzato in occasione dell’ottavo centenario dalla stesura dell’omonimo componimento di San Francesco d’Assisi, lo show – impreziosito da alcune chicche nel finale – ha così incantato per due ore il variegato pubblico del teatro Clerici. In particolare, davvero suggestiva la prima parte, avvolta da suoni dall’eco medievale, introdotti dalla poesia per antonomasia – la prima definita tale dalla letteratura italiana – di frate Sole.
Accompagnato poi da formidabili polistrumentisti (Fabio Valdemarin, Nicola Oliva, Stefano Olivato e Davide Ragazzoni), il menestrello 75enne con l’inconfondibile voce e l’amato violini diffonde dolci melodie. «E non c’è autotune», precisa con tono polemico verso i colleghi d’oggi, annunciando l’intenzione di proporre l’intero disco «Infinitamente piccolo», pubblicato nel 2000 e incentrato appunto sui «Fioretti» del poverello d’Assisi. Ecco allora «Il sultano di Babilionia e la prostituta», «Il lupo di Gubbio», «Audite poverelle» e «Divina Commedia, Paradiso, Canto XI», che rispolvera quanto narrato dal Sommo poeta sul «Santo della natura».
E qui il maestro si ferma, con una simpatica suggestione: «Quanto musicato per questo brano in endecasillabi andrebbe bene per ciascuno dei 33 canti danteschi – osserva –: con 50 bombole di ossigeno, potrei cantarli ininterrottamente e entrare nel Guinness dei record».
Ripreso fiato, seguono «Il trattato dei miracoli», «Nelle paludi di Venezia», «La regola», «La predica della perfetta letizia» e «Salmo»: diverse fra loro, ma tutte a metà tra il mistico e lo storico nonché gradevoli all’ascolto. In modo analogo solleticano l’animo «Al parco nei giorni di sole», «Per ogni matematico», «Il disgelo» e «La collina del sonno», «I santi»: inediti d’antan, questi, forse poco noti e zche eseguo live per la prima volta in assoluto in carriera», svela il performer.
Più animata, invece, la chiusura sull’onda dei successi «La serie dei numeri», «Si può fare», «Il giocatore di biliardo”, «L’apprendista stregone», «Vanità di vanità» e «La fiera dell’est», con cui si congeda dal pubblico tra grandi e meritati applausi.
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