Al Mita tornano i concerti tra i tappeti: «Intrecci di suoni e culture»
La nostra città torna ad essere crocevia di suoni, arte e musica con la seconda stagione della rassegna VOICES Hybritude Music, promossa da Mita Centro Culturale - Museo Internazionale del Tappeto Antico, dal prossimo 22 gennaio. Sei date da segnare in calendario: sempre di mercoledì, una volta al mese fino a giugno, per altrettanti appuntamenti con artisti nazionali e internazionali, che esploreranno l’ibridazione tra arti, culture e geografie. I biglietti sono acquistabili in biglietteria e online su Vivaticket. Da segnalare la scelta di innalzare la soglia di età per il biglietto ridotto, a 10 euro per gli under 30. Per tutti gli altri ingresso a 15 euro.
Il programma
Wladimir Zaleski, Presidente di MITA e direttore artistico della rassegna, spiega: «Anche a livello musicale volevamo proporre qualcosa che riecheggiasse quella che è la nostra collezione di tappeti, aprendo strade musicali che sappiano creare intrecci tra generi, strumenti, epoche, paesi diversi».
E così sarà. Si comincia il 22 gennaio con Emma Tricca, cantautrice e chitarrista italiana con base a Londra. Tricca intreccia folk, prog e dream pop con sonorità del tutto particolari che hanno saputo conquistare il pubblico e i media britannici. Il 12 febbraio è la volta dell’incontro tra il duo catalano ZA! e l’artista andaluso Perrate, un’esplosione creativa che si espande in territori ignoti, sempre in bilico tra l’improvvisazione e la pianificazione.
Tra le presenze italiane, il 12 marzo Bebawinigi Trio, espressione della creatura «grottesca, inesorabilmente imperfetta ma profondamente libera» che abita l’artista Virginia Quaranta. Arriva dalla Corea del Sud, il 9 aprile la compositrice Park Jiha, le cui opere fondono strumenti tradizionali per lo più sconosciuti in occidente come il piri e il yanggeum al minimalismo contemporaneo e all’elettronica. Il 21 maggio, il progetto Dimidiam - Endless Migrations in cui i bresciani Massimiliano Milesi e Giacomo Papetti incontrano Sarra Douik e Dudu Kouate, intrecciando la tradizione musicale italiana, tunisina e senegalese in un dialogo tra sax, oud e percussioni africane. Infine, il 18 giugno, sarà Josephine Foster, sirena del folk americano, a chiudere con un concerto che attraverserà il blues primitivo degli Appalachi, il folk nostalgico del fado portoghese e la poesia di Lorca e Dickinson.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.