Baglioni incanta il Teatro Grande con il suo «Piano di Volo» sold out

Il «comandante» Claudio Baglioni, nudo e crudo, in grande spolvero al Teatro Grande, gremito. Da solo al piano, con arrangiamenti asciutti e senza rete, il cantautore romano ha tracciato la rotta, ripercorrendo la sua carriera extra-large attraverso un live egualmente smisurato.
I gradi da ufficiale dell’aria, Baglioni li ha indossati quando ha deciso di chiamare «Piano di Volo» il tour nei teatri lirici: «Si chiama così - ha spiegato - perché io sono il pilota, l’unico trasvolatore, con la mia voce e alcuni strumenti». Gli strumenti sono tre tipi differenti di pianoforte - un gran coda classico, un piano elettrico, uno digitale - che riempiono il palco da sinistra a destra, e che l’artista (in impeccabile smoking) utilizza più o meno in eguale misura. Ma nell’ultima parte dello show ha imbracciato anche la chitarra.
Il concerto prende il via con «Uomo di varie età», che è un brano del 2020, e infatti più che una dichiarazione d’intenti risulta essere un bilancio soddisfatto, che ritorna ai sogni di bimbo trasformatisi in realtà; quindi arriva Solo, celebre canzone del 1977, e poi anche Dodici note, serenata universale e luminosa di recente conio, dedicata agli spettatori.
«Di vita e d’amore»
Dopo ogni esecuzione, Baglioni si rivolge alla platea e racconta: a volte introduce tematicamente i brani, altrimenti punta su ricordi, scelte e sensazioni (l’afflato creativo, i compagni di viaggio, le esperienze fatte, un po’ di filosofia), lasciando che siano le canzoni stesse (quantomeno una selezione «delle 350 che ho scritto», spiega l’autore) a ordire la trama in musica del suo «volo di vita e d’amore». E nella loro disposizione non conta l’anno in cui furono scritte, ma il posto che vanno ad occupare dentro una narrazione che non segue un andamento cronologico, bensì emozionale.
Per questo trova spazio quasi subito Gli anni più belli, realizzata nel 2020 per il film omonimo di Gabriele Muccino, ritrovandosi accanto a Fotografie, estratta da un grande album come Strada facendo (1981). Tra le altre, sparse in tre ore di show, seguono Acqua dalla luna, Noi no, Amori in corso, Con tutto l’amore che posso (preceduta da un aneddoto sugli esordi di un bambino timido, cresciuto in una famiglia senza background artistico), Domani mai.
Il Baglioni della maturità è disinvolto e ironico come forse non era da giovane, e non si preoccupa se ogni tanto nel canto la voce gli scappa: quando capita va oltre, con tratto appassionato e una carica inesausta, suscitando a più riprese l’entusiasmo dei presenti. Nella passerella finale sfodera pezzi da novanta come Strada facendo, Poster, Via, Amore bello, Le vie dei colori, Questo piccolo grande amore, E tu, Avrai, E tu come stai?, Mille giorni di te e di me, La vita è adesso. Godendosi l’affetto e gli applausi fino in fondo.
Stasera si replica: sempre al Grande (ancora esaurito), alla stessa ora (le 21), ma con il valore aggiunto di una buonissima causa, perché l’incasso sostiene la Fondazione Airc nella raccolta di fondi a sostegno dei progetti di ricerca per la cura dei tumori infantili.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.