Tutti in piedi a ballare con Achille Lauro
Luci intermittenti e tutti in piedi. Non servono le sedute al pubblico di Achille Lauro: tutti in piedi fin dalle prime canzoni. Il cantante, ieri a Campo Marte con il Brescia Summer Music per il suo tour «A rave before l’Iliade», è salito sul palco con qualche minuto di ritardo, ma partendo subito forte con rock e elettronica.
«Buonasera, signori» saluta Lauro proponendo «Thoiry» e «Bam Bam Twist». E così in pochi minuti il prato del parco cittadino si fa discoteca: «Brescia! Benvenuti nel 1969»: è la volta di «1969», «Maleducata» e «Cadillac». La gente balla e alza i telefoni per registrare il momento, mentre Achille Lauro riempie il palco con corpo e voce.
L’atmosfera diventa più intima con un bel salto nell’album «1969»: Lauro appoggiato su uno sgabello canta «Zucchero» che parla di quanto la vita sia dolce e sia nelle mani di ciascuno. «Non è mai scontato, signori. Quindi grazie di essere qui. Format ideato per questa estate appositamente. Grande musica sta per arrivare, buona serata», continua lui.
Con «Angelo blu» torna protagonista l’elettronica e prosegue con «Stupidì ragazzi» riarrangiata in versione tecno. «Grazie mille Brescia. Un salto nel passato. Vi aspetto tutti a Milano e Roma dove ripartirà una grande saga e si ricorderanno di noi» dice Lauro dal palco prima di cantare «Teatro e cinema».
«Arriva uno dei miei momenti preferiti. Io faccio le strofe e voi i ritornelli. Voglio tornare a casa e dire che Brescia era fuori controllo». Dalla platea spuntano palloncini a forma di cuore che il pubblico sventola in favore del cantante.
È tempo di «Domenica», «Me ne frego»: ancora tutti in piedi a saltare e cantare. A un certo punto preannuncia: «In questa canzone provo a spiegare cosa significa non sentirsi amati. Perché è un’esigenza essere amati», e parte la ballad «Penelope» che lo lascia solo sul palco.
Solo il tempo per riposarsi e ripartire con «Latte+». Poi luci spente sul palco e Lauro rientra con cappello nero da cowboy: «Benvenuti nel 1990» e il viaggio continua con nella dance anni ‘90 che unisce le generazioni presenti al concerto. C’è spazio per «Rolls-Royce» e «Marilù». Il rave prima del poema epico finisce fra gli applausi.
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