Musei bresciani per i tesori di Gerusalemme
A Versailles la «grandeur». A Gerusalemme, dove i pezzi più preziosi di proprietà della Custodia di Terra Santa torneranno al termine dell'esposizione che si è inaugurata martedì nella reggia dei re di Francia, la storia millenaria di una istituzione che, da San Francesco ad oggi, ha visto i francescani in prima linea per tutelare i luoghi della vita di Cristo, accogliere i pellegrini, promuovere lo sviluppo e il dialogo in terre da sempre travagliate.
Toccherà allo studio di architettura bresciano Tortelli e Frassoni dare veste all'ambiziosa impresa, allestendo due musei nel cuore della città santa: nel convento di San Salvatore troverà spazio il Museo Storico della Custodia di Terra Santa, in quello della Flagellazione il Museo Archeologico.
«Dopo secoli passati a tessere dialoghi e trame anche diplomatiche in questi territori, ora i Custodi sono convinti che la nuova frontiera della comunicazione passi dalla cultura - spiega l'architetto Giovanni Tortelli -: questi musei favoriranno il dialogo pacifico con le culture e civiltà che abitano questa terra».
In questa chiave l'allestimento sarà «rigorosamente scientifico e volutamente minimalista, in contrasto con i pezzi pregiatissimi che dopo secoli vengono presentati al pubblico. L'obiettivo non è "mettere in mostra" ma raccontare attraverso arte e archeologia una complessa vicenda secolare».
All'interno della quale anche veri e propri pezzi unici come le tavole con le Storie dei Santi Pietro e Paolo di Michael Pacher, il bacile in argento in cui venivano lavati i piedi ai pellegrini appena giunti dall'Europa, i preziosi parati liturgici in broccato e tessuto ricamato dono della Repubblica di Genova e dei re di Francia Luigi XIII e Luigi XIV, i 450 vasi in ceramica della farmacia interna al convento (fino al secolo scorso l'unica in tutto il Medio Oriente), i baldacchini e gli ostensori di manifattura napoletana del '700 offerti da Filippo IV di Spagna, i corredi liturgici incrostati di pietre preziose giunti dall'Austria nell'800, e anche il ramo d'ulivo in oro regalato da Paolo VI, hanno tutto sommato un valore relativo.
Nei musei, i cui lavori partiranno a settembre per concludersi nel 2015, si racconterà la storia della città a partire da quella dei luoghi stessi che li accoglieranno: il convento della Flagellazione sorge sul luogo della fortezza Antonia costruita da Erode a difesa del tempio e distrutta da Adriano durante la riforma urbanistica della città, che inglobò nelle mura anche l'area del Sepolcro: dalla prima basilica costruita sul luogo della sepoltura di Cristo giungono al Museo frammenti di colonne di epoca costantiniana, divenute una sorta di reliquia, ma il percorso guarderà indietro fino alle testimonianze più antiche rinvenute a Gerusalemme, Be-tlemme, Nazareth, Cafarnao (con la casa di Pietro) e Betania, e in avanti fino all'epoca crociata.
Il convento di San Salvatore sorge invece sul cosiddetto palazzo di Erode, modificato e cresciuto sotto bizantini, crociati, mamelucchi, ottomani: il percorso prenderà il via con la figura di San Francesco, che dopo la caduta dei regni crociati ottenne dal sultano l'autorizzazione alla custodia dei luoghi santi, confermata da una bolla papale e rinnovata dagli Ottomani con preziosi documenti (i «firmari») in esposizione; il percorso proseguirà con la sezione dedicata all'accoglienza dei pellegrini, dall'organizzazione delle stazioni di sosta alla pubblicazione di guide di viaggio; poi la parte dedicata all'attività sul territorio, con la creazione della farmacia, di laboratori artigianali, di scuole (fino all'attuale università dello Studium Biblicum Franciscanum che conduce anche tutti gli scavi archeologici); infine i rapporti con l'Europa, da dove giungevano doni, pellegrini, ma anche ambascerie diplomatiche che si affidavano ai francescani come intermediari.
Proprio all'Occidente si rivolge ancora la Custodia, che lancia un appello per il finanziamento dei Musei, per il quale attualmente è disponibile un terzo dei quasi 4 milioni di euro necessari. Proprio per questo il progetto sarà presentato anche in Italia (il 25 maggio a Milano, ma un incontro si terrà anche a Brescia, sede dello studio di progettazione e città d'origine di Doni Ferrari, responsabile della segreteria della Custodia e coordinatrice della comunicazione del progetto) per sollecitare donatori a partecipare a quella che si presenta come una vera e propria scommessa sul dialogo e la cultura.
Giovanna Capretti
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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