Montini e la questione di Dio in tempo di crisi: il convegno all'Istituto Paolo VI
Oltre 10mila lettere scritte e ricevute tra il 1914 e il 1933, protagonista Giovanni Battista Montini, dalla gioventù (era nato il 26 settembre 1897), passando per l’ordinazione sacerdotale, fino al periodo da assistente ecclesiastico nazionale della Fuci.
Scambi epistolari che delineano ovviamente la straordinaria figura del futuro Paolo VI, ma che raccontano anche il contesto storico nel quale Montini si forma. L’Istituto Paolo VI di Concesio, depositario di questo straordinario archivio, da anni si è fatto carico del meritorio impegno di pubblicare queste lettere, come si potrà facilmente immaginare, un lavoro gigantesco. La pubblicazione del volume dedicato agli anni delle missive del 1928/1929 offre lo spunto per il XV Colloquio internazionale di studio (in programma da venerdì a domenica all’Istituto di Concesio), dal titolo «La questione di Dio in un’epoca di crisi. Giovanni Battista Montini e la cultura religiosa tra le due guerre mondiali».
La pubblicazione del carteggio montiniano è giunta al quinto tomo, appunto, con la recente raccolta degli anni 1928/1929 con le sue 1.200 pagine. «Il lavoro critico sulle circa 10mila lettere complessive del carteggio privato di Montini in quel periodo - ha detto don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI - prosegue per offrire un’edizione critica che sia una fonte documentale su cui avviare un costruttivo lavoro interpretativo».
Fin dalle sue origini (risalenti al 1979) l’Istituto Paolo VI ha riunito con cadenza triennale studiosi provenienti da tutto il mondo per studiare aspetti dell’insegnamento e dell’azione pastorale di Montini. Il periodo che viene analizzato è segnato dalle ferite seguite alla Prima guerra mondiale, dalla rivoluzione russa, dall’affermazione di regimi totalitari in Italia, Germania e Spagna, da nuovi orientamenti intellettuali che constatano una profonda crisi della civiltà europea, fino a parlare di tramonto dell’occidente. Giovanni Battista Montini si interroga costantemente su quello che accade attorno a lui, non soltanto nella Chiesa, ciò che segna la società del tempo è al centro dei suoi incontri con gli studenti universitari fucini. Leggere le lettere che scrive e riceve è quindi una nuova occasione per conoscere questo straordinario protagonista della storia del Novecento.
Il convegno
Il Colloquio, i cui Atti saranno come sempre poi pubblicati in un volume, si apre venerdì 23 settembre con la relazione dello storico Andrea Riccardi «Dopo il Modernismo: i cammini interrotti, le nuove vie tracciate». Tre le sezioni in cui si articolano i lavori: «Il Cristianesimo nell’orizzonte della cultura europea», «La pastorale dei ceti intellettuali» e infine «I grandi temi del dibattito». Chiuderà l’ultima sessione di lavoro l’intervento dello storico Tiziano Torresi «Il Demiurgo della tecnica e Madonna Economia: idoli, paradossi e redenzione della modernità».
Ma intanto si lavora anche sul futuro prossimo, l’Istituto è infatti impegnato con la Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo nella realizzazione di un’importante iniziativa con un convegno internazionale e con eventi pubblici per il 2023, anno in cui le città dei Papi del Concilio Vaticano II Bergamo e Brescia, saranno congiuntamente Capitale italiana della Cultura. Filo conduttore sarà, nella ricorrenza dei 60 anni della «Pacem in Terris», il tema della pace fra profezia e diplomazia, tra l’enciclica giovannea e l’intervento di Paolo VI alle Nazioni Unite nel 1965.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato