Cultura

Miriam Leone alla Oz di Brescia: «Donne, vi saluto Favino»

L’attrice in città col regista Milani alla proiezione del film «Corro da te»
"CORRO DA TE"
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«La scommessa era quella di cercare di far sorridere in modo garbato le persone, pur trattando un tema delicato come la disabilità»: il regista Riccardo Milani, una carriera costellata principalmente da commedie di grande successo («Come un gatto in tangenziale», in cui recita anche sua moglie, Paola Cortellesi), è arrivato alla Multisala Oz di via Sorbanella, in città, per la proiezione dell’ultimo film che ha diretto, «Corro da te».

Con Milani c’è Miriam Leone, già Miss Italia, ora attrice affermata e protagonista di film, come il recente «Diabolik», e di serie televisive: in «Corro da te» interpreta Chiara, una donna solare e dinamica nonostante l’incidente che l’ha resa paraplegica. «Stiamo praticamente presentando il film porta a porta, spostandoci di cinema in cinema», è l’esordio ironico della Leone quando entra in sala. Poi sottopone il pubblico ad un piccolo sondaggio. «Chi di voi ha raccontato bugie per conquistare qualcuno?», chiede.

Il cast

Nel cast della pellicola, remake della commedia francese «Tutti in piedi», c’è infatti anche Pierfrancesco Favino nei panni di Gianni, un quasi cinquantenne in carriera, bello, sportivo incallito e seduttore seriale.

  • Miriam Leone alla Oz di Brescia
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E bugiardo. Disposto a tutto pur di conquistare la giovane donna di turno, Alessia, che si occupa di disabili, per una serie di circostanze arriva a fingere di essere costretto su una sedia a rotelle. Ma quando incontra Chiara, sorella di Alessia, musicista per lavoro e tennista per passione, inizia a provare per lei tutt’altro tipo di sentimenti. Attraverso Chiara e i suoi amici, sportivi e vitali almeno quanto lei, Gianni non potrà fare altro che cambiare prospettiva su molte cose: la vita, l’amore, la disabilità.

Semplicità

«Nei miei film cerco di raccontare storie che arrivino al maggior numero di persone, con un linguaggio semplice e un registro umoristico - racconta Milani -. Siamo riusciti a farlo, in questo caso, anche grazie all’aiuto di alcune associazioni che hanno seguito tutto il percorso della pellicola». In «Corro da te» traspare il desiderio di non cadere in moralismi e falsi pudori. «È stato importante anche l’input dei ragazzi e delle ragazze disabili che ci hanno accompagnato durante la lavorazione - spiega il regista Milani -. Ci hanno fatto capire che potevamo tranquillamente chiamare le cose con il loro nome». Prima che le luci si spengano in sala, la Leone si congeda dal pubblico femminile con una promessa: «Vi saluto Pierfrancesco Favino».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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