Michielin: «Riuscire a dire ciò che voglio senza parlare»
Francesca Michielin ha solo 22 anni eppure, se non fosse per quel suo modo così marcatamente giovanile di dire le cose, non si direbbe. Per la sua maturità vocale, per quella artistica e per quella spirituale. Ma nell’entusiasmo con cui si destreggia dal vivo tra sintetizzatori, doppi microfoni, percussioni e tastiere, per presentare live ai giornalisti il suo nuovo album, è evidente tutta la grinta e la voglia di fare tipica della sua giovane età.
La cantante bassanese torna venerdì 12 gennaio con «2640», il nuovo album, su etichetta Sony Music, che arriva a due anni di distanza da «di20» e che è già stato anticipato dai singoli «Vulcano» e «Io non abito al mare».
«È un viaggio per imparare a incontrare e incontrarsi e soprattutto comunicare - spiega l’artista -. Per riuscire a dire quelle che si vuole dire, anche senza parlare». Tredici brani contraddistinti da stili e suoni molto diversi fra loro. «Questo disco ha tre anime fondamentali, che sono poi quelle legate al logo», un disegno con tre triangoli alternati, uno rosso, uno azzurro e uno verde, che rappresentano un vulcano, il mare e una montagna e metaforicamente le parole difficili da comunicare, il bisogno di imparare ad ascoltare e quello di immaginare.
Di undici brani dell'album la Michielin è stata anche autrice, mentre le due restanti, «Tropicale» ed «E se c’era» portano la firma rispettivamente di Calcutta e Tommaso Paradiso.
Francesca Michielin sta crescendo e si vede. Anche dall’entusiasmo con cui parla del tour, che prenderà il via da Milano il 17 marzo e farà tappa a Brescia il 24 marzo al Gran Teatro Morato (ingresso 29 euro, info biglietteria.zedlive.com).
«L’unico problema al momento è lo spazio, perché questo disco è fatto di tanti strumenti e vorrei suonarli tutti, vorrei fare un po’ di casino».
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