Marta Ciappina al Grande: «Appuntamento al buio con la musica»

La danza contemporanea mercoledì 11 dicembre invaderà gli spazi del Teatro Grande di Brescia, con la presentazione di tre performance intense che si susseguiranno negli spazi del Ridotto, della Sala Palcoscenico e nel Salone delle Scenografie (tra cui quella del coreografo bresciano Diego Tortelli).
Proprio qui, nella sala dove per tradizione venivano progettate scenografie e fondali, andrà in scena «Bagliore n.2», la performance processuale nata dall’invito di Umberto Angelini a Marta Ciappina ad abitare e interpretare le musiche dei compositori ØKAPI – al secolo Filippo Edgardo Paolini – ed Emanuele Maniscalco. Invito esteso a sua volta da Marta al coreografo e artista visivo Salvo Lombardo, dando vita così ad un progetto in divenire, appositamente pensato per il Massimo di Brescia.
«Bagliore n.2» debutta alle 19 e replica alle 21.30 della stessa sera. I biglietti costano 11,60 euro, con possibilità di acquistare il carnet a 26,88 euro: è comprensivo degli spettacoli di Diego Tortelli («Bodies on Glass», alle 20 in Sala Palcoscenico Borsoni) e «Come neve» di Adriano Bolognino (alle 19 e alle 21.30 nel Ridotto) in biglietteria e online su Vivaticket.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Marta Ciappina per una bella chiacchierata sulla danza e l’improvvisazione.
Come è nato l'invito a collaborare con ØKAPI ed Emanuele Maniscalco e qual è stato il punto di partenza per l'elaborazione di questa performance?
La genesi è stata innescata da un invito che Umberto Angelini mi ha rivolto. L’asse con i musicisti è stato creato da lui, io non conoscevo Maniscalco e ØKAPI. È stato letteralmente un appuntamento al buio. «Bagliore n.2» ha un’anticamera che è «Bagliore n.1», il primissimo invito che Angelini ci ha rivolto. È stato proprio lui a creare questo dialogo sulla base della sua sensibilità, ma anche della sua premonizione, perché non poteva sapere quale sarebbe stato l’esito di questo incontro. Infatti ho incontrato i musicisti il giorno stesso della performance. Non avevamo pregressi, non avevo mai stretto loro la mano.

Lo spettacolo è definito come una performance processuale…
Questa definizione è stata articolata da Salvo Lombardo che è l’autore e coreografo, che io a mia volta ho invitato. «Bagliore n.2» è l’esito di un’escalation di inviti: Umberto Angelini invita me e contemporaneamente i musicisti per creare questa convergenza. Come interprete non ho la curiosità di frequentare la sala prove in solitudine, quindi – a mia volta – ho invitato Salvo Lombardo per guidare il processo di preparazione alla performance. Non ha la natura né la compiutezza dello spettacolo, ma anche questo appuntamento – come il precedente al VolvoStudio – continua ad avere la natura dell’estemporaneità. Perché sia la scrittura somatica sia quella sonora sono affidate alla composizione istantanea. Non c’è una partitura compiuta, codificata e scritta. È un esperimento assolutamente in progress. Anche il titolo della performance ne evoca l’assoluta fugacità: il bagliore è un avvenimento che accade e scompare. È processuale proprio in virtù del fatto che anche la partitura musicale con cui noi allacciamo un sodalizio dal vivo – ma non pregresso – è sempre in divenire.
La performance, infatti, è definita come «quasi estemporanea», ma si potrebbe togliere questo «quasi»…
Sì, è assolutamente estemporanea. Certo, in questo secondo appuntamento non ho più l’ingenuità del primo. Questo per me è molto interessante, perché ora – a maglie molto larghe – ho sentito qual è la poetica dei due musicisti. Per me sarà molto affascinante comprendere come posizionarmi rispetto a qualcosa che non è più totalmente sconosciuto.
Cosa significa improvvisare per un danzatore?
Questa è una domanda molto bella e complessa. In questo caso, in cui la composizione istantanea è fortemente influenzata dall’andamento della partitura musicale, la parola chiave è proprio attendere. La strategia di sopravvivenza per il performer è l’attesa e non l’anticipazione. Io sono sempre in una posizione di attesa, attendo le informazioni che la musica immette nel sistema e sulla base di quelle informazioni scrivo in tempo reale con il corpo.
Ha intenzione di esplorare ulteriormente il format «Bagliore» e quali sono i suoi progetti futuri?
Sicuramente l’incontro con Maniscalco e ØKAPI è stato raggiante e quindi da parte mia sarebbe un assoluto privilegio collaborare ancora con loro. Però per adesso concretamente non si è ancora sviluppato un pensiero. Per quanto riguarda invece l’asse Ciappina-Lombardo abbiamo cominciato a gettare lo sguardo verso il futuro per una nuova collaborazione. Diciamo che tutti i presentimenti vicendevoli che avevamo si sono concretizzati. Io e Salvo non avevamo mai lavorato insieme, infatti l’ho invitato perché volevo averne l’occasione. C’era una prossimità emotiva, intellettuale senza dubbio, una frequentazione, ma mai in sala prove. L’ho invitato perché volevo annusarlo da vicino, osservarlo con una prossimità più stretta e osservarci vicendevolmente. L’esito di questo incontro è stato assolutamente proficuo, quindi abbiamo cominciato a fantasticare sul futuro, sul 2025.
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