Marlene, vent'anni dopo, per sempre Catartica
Tutti i brani di uno dei dischi più acclamati del rock underground italiano. E, in bilico tra «old new» e «new old» tutti i pezzi del recente «Pansonica», uscito il 16 settembre. Ma per carità, non chiamatele b-side: su «Pansonica» sono confluiti pezzi «con una dignità maggiore rispetto a una b-side, semplicemente non erano stati inclusi nel disco perché su un album "standard" di 14 canzoni qualcosa deve rimanere fuori».
Parola di Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz (con lui oltre alla formazione originaria con Luca Bergia alla batteria e Riccardo Tesio alla chitarra ci sarà il bassista Luca Lagash Saporiti) che stasera e domani dalle 22 faranno doppia tappa a Brescia, alla Latteria Molloy, con il loro «Catartica 994/014» (a seguire DaddJ Night con dj Joao). I biglietti - ne sono rimasti pochissimi - si possono acquistare sia oggi che domani dalle 14.30 sino a esaurimento negli uffici della Latteria Molloy di via Marziale Ducos 2/b a 15 euro + 1,50 di diritti di prevendita. (Info: pagina Facebook Latteria Artigianale Molloytel. Tel. 346.8780428 328.8423150).
Cristiano, com’è stato rimettere mano, vent’anni dopo, al vostro primo lavoro, con cui, dite nella presentazione, siete riusciti a realizzare il sogno di affacciarvi all’attenzione nazionale per uscire dai confini della provincia?
Inizialmente pensavo che potesse essere difficile avere a che fare con due o tre pezzi che non suonavamo più da una vita, come per esempio «MK», «Fuoco su di te». O «Giù giù giù», che comunque avevamo ripreso nell’ultimo tour. In realtà sono usciti piuttosto in fretta. L’unica cosa da rilevare è che oggi sudo un casino di più rispetto a vent’anni fa, sono concerti sorprendentemente bagnati.
Il concerto sarà concentrato esclusivamente su «Catartica» e «Pansonica» o uscirà qualcos’altro dal grande cilindro Marlene?
«Catartica» e «Pansonica» insieme fanno esattamente venti brani, una curiosa coincidenza visto che stiamo parlando di ventennale. La scaletta non prevede altro, poi naturalmente se la gente ci chiede il tris proponiamo una canzone diversa, ma me la riserverei come sorpresa. Se te lo dico che sorpresa è?
E «Pansonica»? Com’è nato, e come mai i brani rimasti «esclusi» da «Catartica» sono rimasti inediti sinora?
«Catartica» aveva preso una direzione e delle atmosfere ben precise, e pezzi come «Sig. Niente» o «Capello lungo» avevano pretese diverse; sono comunque grandi pezzi, dal vivo stanno facendo la loro ottima figura. Non li abbiamo più «recuperati» perché il nostro desiderio è sempre stato di andare avanti, ciò che non sfrutti immediatamente poi rimane lì. Ci piace l’idea di creare musica nuova.
Ciò nonostante avete deciso di celebrare il ventennale ...
Sì, ma senza alcun sapore nostalgico. Stiamo affrontando questo progetto con la giusta gioia, come fanno altri gruppi in giro per il mondo per una ragione molto semplice: i dischi non creano business, bisogna suonare dal vivo. C’è chi può permettersi di stare a casa per lungo tempo e chi no. Per fortuna i Marlene non cedono alla noia, né ad altro tipo di attitudine nostalgica. Abbiamo il tiro giusto, ci divertiamo un sacco e i pezzi sono fighi. Diciamo che «Catartica» è stato un ottimo investimento.
Raffaella Mora
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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